isolazionismo

Politica orientata a evitare legami e alleanze permanenti con altri stati. Isolazionistica fu per lungo tempo la politica estera degli Stati Uniti, fin dal “discorso d’addio” (1796) di G. Washington, che propose alla nazione relazioni commerciali, ma non alleanze politiche permanenti con il resto del mondo. Nella stessa direzione andò la “dottrina Monroe” (1823), che stabilì una sorta di non intervento reciproco tra USA e stati europei. Dopo la partecipazione statunitense alla prima guerra mondiale e l’intensa attività diplomatica di Wilson in sede di trattative di pace, gli USA tornarono al tradizionale isolazionismo con il rifiuto del Congresso di ratificare i trattati di pace di Parigi e di entrare nella Società delle Nazioni, cui Wilson aveva dato un contributo decisivo. L’isolazionismo rimase un tratto caratteristico della politica statunitense fino alla seconda guerra mondiale, quando Roosevelt scelse di impegnarsi a fianco dei regimi democratici contro il totalitarismo nazifascista. Dopo la guerra gli USA non abbandonarono più il ruolo di superpotenza egemone nel mondo, impegnata nella difesa e nell’espansione del blocco occidentale capitalistico, con i suoi interessi in tutti i continenti, dapprima contro il blocco dei paesi socialisti e poi, dopo il crollo dell’URSS, contro le nuove insidie e i fattori di instabilità del mondo nell’era postcomunista.