Guglielmo I di Hohenzollern

(Berlino 1797, † ivi 1888). Re di Prussia (1861-88) e poi imperatore di Germania (1871-88). Secondogenito di Federico Guglielmo III di Prussia, fu avviato alla vita militare e combatté contro gli eserciti di Napoleone nel 1814-15. Sposò nel 1829 la principessa Augusta di Sassonia-Weimar. Nel 1840 – dopo l’ascesa al trono prussiano del fratello maggiore Federico Guglielmo IV, che non aveva figli – ottenne il titolo di “principe di Prussia” diventando così il futuro erede al trono. Profondamente impopolare nell’opinione pubblica liberale per le sue idee assolutistiche e conservatrici, per il suo spirito militarista e prussiano, durante la rivoluzione del marzo 1848 fu costretto a fuggire per qualche mese in Inghilterra. Ritornato in patria, represse nel 1849 l’insurrezione del Baden guidando personalmente le truppe prussiane. Tra l’ottobre del 1858 e il gennaio del 1861 fu reggente per il fratello Federico Guglielmo IV, affetto da infermità mentale. Licenziando il ministro Otto von Manteuffel e chiamando al governo alcuni esponenti del liberalismo moderato suscitò per un breve periodo l’illusione che stesse finalmente per aprirsi una “nuova era liberale”, che fu accolta con grande entusiasmo. Già nel 1859, tuttavia, entrò in contrasto con la maggioranza liberale del parlamento in merito al progetto di un’ampia riforma dell’esercito, i cui bilanci dovevano per l’appunto essere approvati dal Landtag. Il segnale della svolta fu chiaro con la nomina di Albrecht von Roon a ministro della guerra. Alla morte di Federico Guglielmo IV, il 2 gennaio del 1861, ottenne la corona. Profondamente deluso dalla persistente opposizione della maggioranza liberale del parlamento al suo progetto di riorganizzazione dell’esercito, e ormai quasi deciso ad abdicare, nel settembre del 1862, su consiglio di Roon e dei circoli militari, chiamò al potere Bismarck-Schönhausen, Otto von, che trasformò la lotta contro il parlamento in “conflitto costituzionale”. Da allora si adeguò sostanzialmente alla politica bismarckiana. Tiepido rispetto al conflitto con la Danimarca (1864), inizialmente ostile alla guerra austro-prussiana (1866) per il tradizionale legame con la monarchia asburgica, con il celebre “dispaccio di Ems” diede occasione a Bismarck di scatenare l’iniziativa politico-diplomatica che avrebbe poi condotto alla guerra franco-prussiana (1870-71). Presidente della Confederazione del nord nel 1867, il 18 gennaio del 1871, all’indomani della guerra con la Francia, fu proclamato imperatore di Germania (Secondo Reich) nella reggia di Versailles. Sebbene orgogliosamente attaccato alle sue prerogative imperiali, anche dopo la proclamazione a imperatore rimase sostanzialmente sottomesso alle direttive bismarckiane, a cui peraltro fornì in modo pressoché costante la sua legittimazione. Fu contrario all’inasprimento del Kulturkampf e sfuggì, nel 1878, a due attentati che permisero a Bismarck di introdurre le leggi eccezionali contro i socialisti. Alla sua morte, il 9 marzo del 1888, gli subentrò il figlio Federico III.