González, Felipe

(Heliopolis, presso Siviglia, 1942, viv.). Uomo politico spagnolo. Militante, fin dai tempi della dittatura franchista, del Partido Socialista Obrero Español (PSOE), di cui divenne segretario generale nel 1974, seppe imprimere al partito una svolta ideologica in senso pragmatico e antidogmatico, grazie alla quale, con la riconquistata libertà politica alla morte di Francisco Franco (1975), raggiunse il successo elettorale nel 1982. Diventato primo ministro (1982), operò nel senso della modernizzazione politica, economica e sociale del paese e del suo ingresso nella CEE (1986), puntando più sullo sviluppo che sulla protezione delle fasce deboli della società. La grande popolarità acquisita grazie al boom economico spagnolo sotto il suo governo iniziò a incrinarsi alla fine degli anni Ottanta: l’arresto della fase espansiva del ciclo economico accentuò la diffidenza della sinistra socialista, comunista e sindacale nei confronti della sua politica economica e sociale, che trascurava il grave problema della disoccupazione; si diffusero, inoltre, sospetti di corruzione e di brogli elettorali nel 1989 e crebbe l’ostilità dei separatisti baschi dell’ETA per quella che consideravano una “sporca guerra” del governo contro la loro organizzazione. Il successo elettorale, che, benché sempre decrescente, l’aveva riconfermato alla guida del paese nel 1986, 1989 e 1993, si trasformò in sconfitta nel 1996, quando le elezioni politiche furono vinte dalla destra, il cui leader José Maria Aznar conquistò la carica di primo ministro. L’anno seguente si dimise dalla carica di segretario generale del partito socialista. Da allora, salvo alcuni altri incarichi a livello internazionale, abbandonò la vita politica.