Federico II di Svevia

(Jesi, Ancona, 1194, † Castel Fiorentino, Foggia, 1250). Re di Sicilia (1198-1250) e di Germania (1212-50); imperatore del Sacro Romano Impero dal 1220 al 1250.

  1. La giovinezza
  2. Il consolidamento del regno di Sicilia
  3. La crociata e il primo scontro con il papato
  4. La lotta finale con il papato
1. La giovinezza

Figlio dell’imperatore Enrico VI e nipote di Federico I Barbarossa, trascorse la giovinezza in Sicilia, dove lo aveva portato la madre Costanza d’Altavilla alla morte del padre (1197), e fu allevato sotto la tutela del papa Innocenzo III, nominato reggente. Nel 1208, acquisita l’età, divenne re di Sicilia a pieno titolo; e a partire dal 1209, anno del suo matrimonio con Costanza d’Aragona, procedette al consolidamento del suo potere di fronte ai baroni e alla riconquista delle terre della corona perdute durante la reggenza. Nel dicembre 1212 fu eletto re di Germania dai principi tedeschi riuniti a Francoforte, al prezzo di numerose concessioni politiche e territoriali a Innocenzo III, che lo aveva sostenuto contro il rivale Ottone IV di Brunswick; poco dopo si alleò con la Francia contro quest’ultimo, che fu sconfitto definitivamente da Filippo II Augusto a Bouvines il 27 giugno 1214.

Top

2. Il consolidamento del regno di Sicilia

Il 25 luglio 1215 Federico fu nuovamente incoronato re di Germania ad Aquisgrana, dove si impegnò a bandire una crociata. Il 22 novembre 1220, dopo avere ceduto la corona tedesca al figlio minorenne Enrico VII, fu incoronato imperatore a Roma dal papa Onorio III, promettendo di mantenere diviso il regno di Sicilia dall’impero. Negli anni successivi rafforzò il proprio potere in Sicilia, spezzando la resistenza e i privilegi dei baroni e sconfiggendo i saraceni; aumentò le difese del regno con la costruzione di castelli e forti, ampliò i porti e istituì una flotta militare e una commerciale. Proseguì quindi il tentativo di creare un ordinamento centralizzato emanando misure miranti a porre il commercio sotto controllo statale e ad attribuire allo stato il monopolio della manifattura di alcuni prodotti. Istituì poi un’amministrazione di funzionari istruiti presso l’Università di Napoli, fondata nel 1224. Durante il suo regno la corte di Palermo – in cui confluivano influssi normanni, arabi, greci, latini ed ebraici – divenne un centro culturale di prima grandezza, alimentato dal grande interesse dello stesso re per le lettere, le arti, le scienze e la filosofia. Nel 1225 sposò Isabella di Brienne, ottenendo i diritti sul regno di Gerusalemme.

Top

3. La crociata e il primo scontro con il papato

Malgrado l’insistenza papale perché mantenesse l’impegno preso, Federico rinviò la crociata fino al 1228, sia perché desiderava dedicarsi agli affari interni del regno, sia per cause esterne (la ribellione della lega lombarda nel 1226, lo scoppio di un’epidemia a Brindisi alla partenza nel 1227). Per questo ritardo fu scomunicato dal nuovo papa Gregorio IX. Incurante della scomunica, nel giugno 1228 partì per la Terrasanta, dove grazie a complessi negoziati con il sultano d’Egitto riottenne Gerusalemme e altre località. Il 18 marzo 1229 fu incoronato re di Gerusalemme nella chiesa del Santo Sepolcro, in una cerimonia di grande valore simbolico. Tre mesi dopo rientrò in Italia per combattere le truppe papali che avevano occupato la Campania e la Puglia; riconquistò rapidamente i suoi territori, ma non invase lo Stato della Chiesa. Nonostante che il papa avesse revocato la scomunica, sciogliendolo dall’impegno della separazione delle corone (1230), il suo principale obiettivo politico rimase il consolidamento del potere sull’Italia: un obiettivo che di lì a poco avrebbe riaperto la lotta con i comuni italiani e il papato. Nel 1231, con le costituzioni di Melfi, Federico operò la prima codificazione del diritto amministrativo di uno stato europeo dall’epoca di Giustiniano, lungo linee che, tracciando i contorni di uno stato centralistico e burocratico che annullava le autonomie feudali e comunali, anticipavano l’assolutismo illuminato. Nello stesso tempo dovette acconsentire che il figlio Enrico VII facesse ai principi tedeschi notevoli concessioni (1231-32), che soffocarono l’autonomia comunale fiorente anche in Germania. Entrò quindi in contrasto con Enrico (alleatosi nel 1234 con la lega lombarda), che nel luglio 1235 si arrese e fu imprigionato. Nell’agosto 1235 promulgò l’editto di pace di Magonza, anche al fine di impedire ulteriori indebolimenti delle prerogative imperiali. Il suo concetto di impero continuava a essere non quello di un potere saldo e concreto ma quello – di impronta tardoantica e cristiano-medievale – di una supremazia ideale sugli altri sovrani, permeata di dignità sacrale e di significati universali rafforzati dal ruolo di difensore della chiesa. Dopo aver fatto eleggere re di Germania il figlio Corrado IV di 9 anni (febbraio 1237), Federico inflisse alla lega lombarda una dura sconfitta nella battaglia di Cortenuova (27 novembre 1237). Sopravvalutando le sue forze, respinse le offerte di pace di Milano e pretese la resa incondizionata. Ma Milano e altre cinque città non cedettero. La sua intransigenza nella questione lombarda preoccupò Gregorio IX, che, già diffidente degli aspetti religiosi che andava assumendo il suo potere, temeva l’accerchiamento del proprio stato da nord e da sud. Il 20 marzo 1239 il papa lo scomunicò per la seconda volta, aprendo l’ultima e più aspra fase del contrasto.

Top

4. La lotta finale con il papato

Federico rispose alla scomunica con una riorganizzazione amministrativa dei territori italiani dell’impero e del regno di Sicilia, e con un’intensa attività militare nello Stato della Chiesa; giunse a minacciare Roma, ma si ritirò per la morte di Gregorio IX (22 agosto 1241). Nel 1243 aprì trattative con il nuovo papa Innocenzo IV; ma nel giugno 1244, quando l’accordo sembrava vicino e solo la questione dei comuni lombardi restava aperta, il papa fuggì a Lione, dove, l’anno successivo, proclamò deposto l’imperatore. Il conflitto raggiunse allora la massima intensità, assumendo anche toni escatologici: Federico fu dipinto come l’Anticristo dalla Chiesa e come il Messia dai suoi sostenitori, mentre da parte sua invocò il ritorno della chiesa alla povertà del cristianesimo originario auspicando l’unione dei principi europei contro la brama di potere dei religiosi. Nel 1246 una congiura ordita contro di lui dalla curia papale nel regno di Sicilia fu soffocata nel sangue. Nel maggio 1247, mentre era in viaggio per Lione per incontrare il papa, la ribellione di Parma segnò l’inizio di una rivolta dell’Italia centro-settentrionale che durò, con fasi alterne, fino al 1250; la situazione si stava lentamente evolvendo in suo favore, quando Federico morì improvvisamente nel dicembre di quell’anno.

Top