cronologia

Con “cronologia” si indica in senso stretto quella specifica disciplina storica che si propone di fissare esattamente i rapporti temporali collocandoli in successione in una scala con intervalli proporzionati. Più in generale, “cronologia” indica la successione stessa degli avvenimenti quale è stata ricostruita dagli storici. Lo scopo della cronologia è pertanto trasformare il tempo qualitativo, vissuto dal singolo uomo come una dimensione psicologica e biologica, in tempo quantitativo, misurabile e in grado di servire da orientamento nel tempo per la collettività. La cronologia rappresenta quindi il tentativo da parte dell’uomo di trasformare il tempo circolare della natura in un tempo lineare, che si sviluppa secondo un qualche ordine comprensibile. Nel momento stesso in cui la storia si rese autonoma dal mito, almeno per quanto riguarda i suoi principi fondamentali, il problema cronologico fu evidente (storiografia). Il primo e più naturale criterio cronologico fu la successione delle generazioni, cui seguirono altre unità di misura storica a base astronomica e matematica per indicare il succedersi dei mesi, delle lune, degli anni a partire da un punto temporale considerato non solo iniziale, ma anche fondativo. L’antichità classica conobbe un’assai ampia varietà di criteri cronologici che rispecchiava l’ordinamento politico e culturale di ciascuna unità sociale. Nel V secolo a.C. Ellanico di Lesbo scrisse una storia della Grecia in forma annalistica, avendo come base cronologica la successione delle sacerdotesse di Era Argiva. Altre città greche utilizzarono il succedersi degli eroi e delle dinastie oppure di magistrature, sino all’affermarsi, peraltro parziale, delle Olimpiadi come base per il computo cronologico. Tucidide si segnalò in questo contesto per il suo tentativo di raggiungere chiarezza cronologica. A Roma il calcolo dalla fondazione della città e il succedersi dei consolati costituirono il principale punto di riferimento temporale. Contemporaneamente altre civiltà si ponevano il problema di un’affidabile cronologia, come dimostrano le opere, di cui ci è giunta notizia, del caldeo Benso e dell’egiziano Manetone (III secolo a.C.). In Egitto valeva un calendario dinastico, mentre in Mesopotamia vigeva l’ordine dato dalla successione dei sovrani. Gli ebrei posero all’inizio della loro cronologia la creazione del mondo. Un quadro estremamente differenziato presentano anche le civiltà extraeuropee: per i cinesi fu adottata dal 163 d.C. al 1949 una cronologia per la quale l’unità di calcolo era il regno di un imperatore (nien-hao); i giapponesi adottarono per lungo tempo un sistema multiplo di cronologia, soppiantato solo nel 1873 dal calendario gregoriano. In India cicli astronomici e cronologie basate sulla consacrazione dei re, sulla morte di Buddha e Jina convissero a lungo. I musulmani utilizzano formalmente ancora oggi una cronologia basata sull’egira, la fuga di Maometto dalla Mecca (622). Anche la cronologia cristiana, destinata a imporsi nell’età moderna e contemporanea in tutto il mondo, ebbe inizi incerti e difficili: la data della nascita di Cristo fu fissata solo nel 525 da Dionigi il Piccolo, ma parallelamente a questo computo vennero usate nel medioevo altre cronologie di ispirazione religiosa o basate sul periodo fiscale di 15 anni, lungamente utilizzato in epoca romana. La molteplicità di cronologie rese a lungo difficile creare un quadro cronologico globale coerente. A questa difficoltà cercarono di ovviare dapprima Eusebio di Cesarea nel IV secolo con il suo Chronicon, che armonizzava le cronologie sacre con quelle profane, e poi, con ben maggior ampiezza di cognizioni, Scaligero (De emendatione temporum, 1683) e Petavio (Rationarium temporum, 1633), quando si fece rilevante il problema di integrare nella cronologia biblica le cronologie non bibliche, che affermavano generalmente prospettive temporali molto più profonde e mettevano in discussione l’età stessa del mondo. L’opera collettiva L’arte di verificare le date, pubblicata in Francia per la prima volta nel 1750, concluse questa fase del lungo sforzo di ricerca di una chiarezza nella cronologia universale. Il mondo contemporaneo ha visto numerosi tentativi di rifondare la cronologia imponendo il computo a partire da date di rilievo politico (la fondazione della repubblica francese nel 1792, la marcia su Roma nel 1922). Tali tentativi, tuttavia, non hanno realmente intaccato gli usi invalsi a partire dal Rinascimento. [Edoardo Tortarolo]