catasto

Inventario dei beni immobili presenti in uno stato e registrazione delle relative proprietà per fini giuridici e per la determinazione del reddito a scopi fiscali. Istituzione presente in varie civiltà di ogni tempo (antichi egizi, greci, romani, comuni medievali, impero di Carlo V), acquisì la forma moderna del catasto geometrico particellare nell’età del dispotismo illuminato, con la riforma di Maria Teresa d’Austria in Lombardia (1760), imitata da altri sovrani italiani ed europei. Servì ad armonizzare e perequare l’imposta fondiaria e si collegò al principio illuministico di abolire i privilegi e le esenzioni del clero e della nobiltà. Un problema di armonizzazione dei regimi catastali si ebbe con l’unificazione italiana, che ereditò leggi tra loro differenti, e fu risolto con la legge catastale del 1886 (riformata nel 1931). Dalle proprietà fondiarie il catasto si estese successivamente anche ai fabbricati e alle unità immobiliari nelle aree edilizie urbane (in Italia con legge del 1939, attuata nel 1960).