Castro Ruz, Fidel

(Mayarí 1927, viv.). Rivoluzionario e uomo politico cubano. Laureato in legge nel 1950 esercitò per breve tempo la professione di avvocato. Impegnato politicamente fin dai tempi dell’università, dopo il colpo di stato di Batista (1952) passò alla lotta clandestina e organizzò, il 26 luglio del 1953, il fallito assalto alla caserma Moncada di Santiago. Imprigionato e amnistiato, nel 1955 riparò in Messico da dove, nel 1956, con un pugno di uomini partì alla volta di Cuba. Sconfitto dall’esercito governativo si rifugiò sulla Sierra Maestra, dando inizio a un movimento di guerriglia (detto del “26 luglio”) che crebbe fino a provocare la caduta di Batista (1° gennaio 1959). Salito al potere, divenne primo ministro nel 1959, segretario del Partito comunista cubano nel 1965 e nel 1976, dopo l’approvazione della nuova costituzione, anche presidente del Consiglio di Stato. Castro avviò una politica di riforme sociali radicali (tra cui l’esproprio delle grandi piantagioni di zucchero americane) che portò in breve tempo alla rottura con gli Stati Uniti e a un progressivo avvicinamento all’Unione Sovietica, che sfociò nella trasformazione di Cuba in repubblica socialista (1961). Sostenitore dei movimenti di guerriglia antimperialista in America Latina negli anni Sessanta e dei movimenti anticoloniali in Africa negli anni Settanta, adottò, dopo il crollo del sistema sovietico (1989-91), una politica più conciliante nei confronti dell’Occidente, pur restando fedele ai principi del marxismo-leninismo. Di fronte alla pesante crisi economica che investì il paese nella prima metà degli anni Novanta, anche a seguito del venir meno del sostegno economico e finanziario sovietico, Castro fu costretto a introdurre parziali aperture all’economia di mercato e agli investimenti stranieri. Nel gennaio del 1998 incontrò il papa Giovanni Paolo II, in viaggio pastorale a Cuba. Nel febbraio dello stesso anno, dopo quasi quarant’anni di potere ininterrotto, fu riconfermato capo dello stato. Rimasero altresì complessi i rapporti del suo regime con gli USA, che nel 1999 fecero cadere alcune clausole dell’embargo in vigore nei confronti di Cuba fin dal 1960. Nel 2003 fu riconfermato alla presidenza dello stato per altri cinque anni e nel 2004 intensificò la cooperazione politico-economica con il Venezuela di Hugo Chavez. Nel 2006, a causa di problemi di salute, cedette provvisoriamente il potere al fratello Raul, il quale, due anni dopo, gli succedette formalmente alla presidenza. Nel 2011 si dimise dall’incarico di Segretario Generale del Partito comunista cubano e, anche in questo caso, fu sostituito dal fratello Raul.