Brandt, Willy

(Lubecca 1913, † Unkel, Renania, 1992). Uomo politico tedesco. Nato Herbert Frahm, aderì nel 1930 alla sinistra del Partito socialdemocratico tedesco (SPD). Trascorse gli anni dell’emigrazione antinazista in Norvegia (dove prese il nome di Willy Brandt) e in Svezia, militando nel movimento operaio e sindacale. Rientrato in Germania nel 1945, riprese la cittadinanza tedesca nel 1947. Dirigente di spicco della SPD di Berlino, fu eletto deputato al Bundestag nel 1949. Influenzato dalle esperienze della socialdemocrazia scandinava, sostenne in seno alla SPD posizioni pragmatiche ed europeistiche, sfociate nell’attivo contributo al programma di Bad Godesberg (1959), che sancì l’abbandono della tradizionale impostazione marxista in favore di una maggiore apertura interclassista e “popolare”. Presidente della SPD nel 1964, ministro degli Esteri e vicecancelliere tra il 1966 e il 1969, fu cancelliere della Repubblica Federale Tedesca dal settembre 1970 al maggio 1974, inaugurando una nuova coalizione di governo con i liberali. Più che per le riforme interne (miranti a un maggiore intervento statale nella regolazione dell’economia di mercato e alla difesa degli strati più deboli, ma rimaste sostanzialmente sulla carta), è noto per il grande impulso dato alla politica estera, soprattutto come ispiratore della Ostpolitik, per la quale ricevette nel 1971 il premio Nobel per la pace.