Lesotho

Stato attuale dell’Africa meridionale. È un’enclave nella repubblica sudafricana. L’attuale territorio del Lesotho è costituito dall’ex protettorato britannico del Basutoland. In epoca precoloniale fu dominato dall’etnia bantu degli sotho che, allontanati dagli zulu dalla zona corrispondente allo Stato libero d’Orange intorno al 1820, si insediarono nella regione del massiccio dei monti dei Draghi. Nel 1868 il capo dei sotho, Moeshoeshoe I, accettò il protettorato britannico in funzione antiboera. Dal 1871 al 1884 il paese fu unito alla colonia del Capo (nell’attuale Sudafrica) assumendo il nome di Basutoland; in seguito passò invece sotto il controllo diretto di Londra. Nel 1940 acquisì una certa autonomia: iniziò allora il cammino verso l’indipendenza che fu raggiunta il 4 ottobre 1966, quando il paese prese la sua denominazione attuale. Lo stato, retto da una monarchia costituzionale, ebbe come sovrano Moeshoeshoe II e come primo ministro il capo del Partito nazionale, Leabua Jonathan, favorevole alla collaborazione con il Sudafrica e ostile al panafricanismo. A questa linea politica si oppose il Partito del congresso del Basutoland (BCP). Il 30 gennaio 1970 Jonathan depose il sovrano dichiarando lo stato di emergenza, poi restaurò la monarchia (nel dicembre dello stesso anno) ma con compiti puramente rappresentativi: da allora fino al 1986 il Lesotho fu caratterizzato da un regime autoritario incentrato sulla figura del primo ministro. Nel 1974, di fronte a una sollevazione popolare, Jonathan rispose ancora una volta con la repressione. Verso la fine degli anni Settanta egli cercò di affrancare il paese dalla sua pressoché totale dipendenza economica dal Sudafrica e dal 1983 si avvicinò all’Unione Sovietica, a Cuba e alla Cina. Il 20 gennaio 1986 un colpo di stato portò alla destituzione di Jonathan e alla formazione di un consiglio militare guidato dal generale Justin Metsing Lekhanya, appoggiato dal Sudafrica. Lekhanya l’8 novembre 1990 esautorò Moeshoeshoe II: divenne allora nuovo re Letsie III. Il 1° maggio 1991 il sovrano fu spodestato da un colpo di stato guidato da Elias Tutsoane Ramaema. Nel 1995 ritornò sul trono il vecchio Moeshoeshoe II. Dopo la sua morte in un incidente nel gennaio 1996, gli subentrò nuovamente Letsie III. Le elezioni del 1998, vinte nettamente dal dal Partito democratico del Lesotho (LCD), furono contestate dall’opposizione e da parte dell’esercito, che si ammutinò. Il governo, rimasto in carica solo grazie all’aiuto di truppe sudafricane, promise nuove elezioni, le quali, svoltesi nel 2002, furono nuovamente vinte dal Partito democratico, che riuscì ad affermarsi, nonostante una crescente opposizione, anche in quelle del 2007. Nonostante la relativa stabilità politica raggiunta a partire dai primi anni Duemila, la situazione economica e sociale del paese continuò tuttavia a restare fortemente precaria, anche a causa della diffusione pandemica del virus dell’AIDS.