Québec

Nome di una provincia del Canada e della sua città capitale. Il Québec fu raggiunto ed esplorato dal francese Jacques Cartier nel 1534-35. Poco meno di un secolo dopo, nel 1608, Samuel de Champlain costituì nell’attuale città di Québec un avamposto commerciale, aprendo la strada alla penetrazione economica e religiosa francese. La regione, che aveva preso il nome di Nuova Francia, venne trasformata in colonia reale da Luigi XIV nel 1663. La colonia francese divenne però oggetto delle mire degli inglesi che nel 1759 ottennero una grande vittoria sui francesi e nel 1763, a conclusione della guerra dei Sette anni e in base al trattato di Parigi dello stesso anno, se ne impadronirono. Di fronte alla fortissima ostilità della predominante componente francese, la Gran Bretagna con il Québec Act del 1774 riconobbe la piena libertà religiosa ai cattolici e il precedente diritto civile francese. Vani risultarono i tentativi compiuti dagli americani nel periodo rivoluzionario e durante la guerra tra USA e Gran Bretagna del 1812-14 di conquistare il Québec. Una rivolta compiuta dai canadesi di origine francese nel 1837 fu soffocata; ma essa aprì la via a un corso riformistico che portò nel 1849 alla formazione di un governo autonomo e nel 1867 alla costituzione di una confederazione del Canada, di cui il Québec divenne una provincia autonoma, con il riconoscimento del francese quale lingua ufficiale accanto all’inglese e l’istituzione di un sistema scolastico bilingue. Nella seconda metà del XX secolo il nazionalismo francofono assunse un carattere via via più militante. Le ali più radicali invocarono apertamente la secessione dal Canada inglese. Si ebbero anche manifestazioni eversive e persino terroristiche. Nel 1968 fu fondato il Partito Québécois, che nel 1976 ottenne la maggioranza nel parlamento locale, con la conseguenza di provocare nuove tensioni con i canadesi di lingua inglese. Ciò nonostante nel 1980 un referendum popolare respinse il progetto dell’indipendenza del Québec.
La politica del governo centrale canadese volta a trovare un accordo con le forze politiche separatistiche, sottoposta a un nuovo referendum, fu respinta nel Québec nel 1992.
Nel 1995, dopo che nel 1993 le forze separatiste del Bloc Québécois avevano ottenuto una notevole affermazione elettorale, un ulteriore referendum diede una maggioranza strettissima a quanti erano contrari a costituire il Québec in uno stato indipendente.
Nel 1998 gli elettori riconfermarono al governo il Partito Québécois di Lucien Bouchard. Quest’ultimo, pur non rinunciando alla promozione della causa indipendentista, ritenne di non riproporla più all’attenzione dell’elettorato per via referendaria. E, in effetti, la questione dell’indipendenza nella forma della secessione unilaterale perse progressivamente consensi a favore di una rinnovata attenzione verso le problematiche sociali ed economiche.
Sulla base di questi nuovi orientamenti, nel 2003 il partito liberale e il suo leader, Jean Charest, scalzarono il Partito Québécois e furono riconfermati alla guida del paese anche nel 2007.
Nel 2012, a fronte di numerosi scandali politici e di massicce proteste studentesche, causate dall’aumento delle tasse universitarie, Charest fu costretto alle dimissioni e a indire nuove elezioni, le quali segnarono il ritorno al potere del Partito Québécois guidato da Pauline Marois, che divenne così la prima donna ad assumere in Québec l’incarico di premier.