L’avanzata dei pionieri: la «frontiera»

Stati Uniti d’America L’avvento della democrazia

Le elezioni del 1828 portarono al potere un uomo nuovo, il generale Andrew Jackson, rimasto al potere dal 1829 al 1837, che determinò la fine del vecchio notabilato politico formatosi all’epoca della rivoluzione, che aveva la sua base di sostegno sociale nell’aristocrazia del denaro. Jackson fu l’eroe delle masse popolari (agricoltori, operai, piccoli borghesi) che da un lato rivendicavano il diritto al suffragio e dall’altro attaccavano il predominio dei ricchi. Egli diventò il leader carismatico di un nuovo partito democratico, che, giovandosi di un uso spregiudicato del sistema delle “spoglie” (spoils system) e dell’appoggio di agitatori professionisti al suo servizio, portò a un radicale ricambio del personale politico. Jackson attaccò inizialmente il sistema protezionistico che favoriva l’industria del nord e per questa via ottenne anche l’appoggio dei grandi proprietari di piantagioni del sud, interessati come i ceti popolari ai prodotti meno cari provenienti dall’Europa. Ma ben presto rovesciò questa politica. Sicché nel 1832 la Carolina del Sud – dando così espressione al contrasto più generale del sud con il nord – minacciò persino la secessione, se non si fosse giunti alla riduzione delle tariffe doganali. Jackson procedette alla riduzione, ma al tempo stesso piegò energicamente le velleità separatiste. Un momento cruciale della lotta contro la cittadella oligarchica fu l’abolizione della Banca degli Stati Uniti. La domanda di allargamento del suffragio venne soddisfatta, tanto che negli anni Trenta il suffragio universale maschile fu introdotto quasi in tutti gli stati. L’azione rivolta contro gli affaristi del nord ebbe però come contraltare la crescita di peso dell’altra ala dell’oligarchia, quella degli agrari sudisti “democratici”, interessati a una politica di espansione territoriale che consentisse l’allargamento del sistema schiavistico. Interprete di questa linea fu un loro esponente, James Polk, presidente dal 1845 al 1849. Durante le sua presidenza, a conclusione di una guerra con il Messico (1846-48) il Texas fu inglobato negli Stati Uniti, unitamente al Nuovo Messico e alla California, nella quale la scoperta di ricchissimi giacimenti auriferi scatenò la corsa all’oro. Nel 1846 fu la volta dell’Oregon.