Bloch, Marc

(Lione 1886, † Les Roussilles, Lione, 1944). Storico francese. Nato da una famiglia ebraica di origine alsaziana, visse a Lione e poi a Parigi. Fra il 1904 e il 1908 frequentò l’École Normale Supérieure, per perfezionarsi poi a Lipsia e Berlino. Fra il 1912 e il 1914 insegnò ai licei di Montpellier e Amiens. Allo scoppio della prima guerra mondiale fu richiamato alle armi: insignito della legion d’onore per meriti militari, nei primi quindici mesi di guerra scrisse i Ricordi di guerra 1914-15 (ora pubblicati insieme alle Riflessioni sulle false notizie del 1921 in La guerra e le false notizie), appunti quotidiani sull’esperienza bellica riletta attraverso la sua peculiare prospettiva di storico. L’imposizione della censura gli permise infatti di osservare direttamente il sorgere delle “credenze” nella popolazione, tema fondamentale della sua storiografia. Incaricato di storia del medioevo a Strasburgo nel 1919, l’anno successivo sostenne alla Sorbona la tesi di dottorato su Re e servi. Un capitolo di storia capetingia. Entrato in contatto con Henri Pirenne nel 1921, nel 1924 pubblicò I re taumaturghi, uno studio fortemente innovativo soprattutto per l’oggetto di ricerca assunto: la credenza nel potere taumaturgico dei re francesi e inglesi di guarire la scrofola. Nel 1929 fondò con l’amico Lucien Febvre la rivista “Annales d’histoire économique et sociale” (dal 1939 uscita con il titolo “Annales d’histoire sociale” e infine come “Les Annales”), che per i suoi aspetti fortemente innovativi lascerà una traccia profonda nella storiografia europea del Novecento. Nel 1931 pubblicò I caratteri originali della storia rurale francese, studio economico-sociale sulle strutture agrarie della Francia medievale, che era stato preceduto da I colliberti. Studio sulla formazione della classe servile. Dal 1936 ebbe la cattedra di storia economica alla Sorbona: proseguì allora un’ampia produzione saggistica sino alla pubblicazione nel 1939-40 dei due volumi su La società feudale, scritti per la collana “L’Évolution de l’Humanité” diretta da Henri Berr. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si arruolò come capitano di stato maggiore. Nell’ottobre 1940 il governo di Vichy lo escluse dall’insegnamento per le sue origini ebraiche: reintegrato nell’incarico per meriti scientifici, venne destinato a Clermont-Ferrand e, nel 1941, a Montpellier. Dal 1943 partecipò attivamente alla Resistenza. Arrestato dalla Gestapo l’8 marzo 1944, fu torturato e il 16 giugno di quell’anno fucilato. Postumi uscirono La grande disfatta. Testimonianza scritta nel 1940, e l’Apologia della storia o mestiere di storico, opera di riflessione storiografica iniziata nel 1941 e mai completata, in cui si evidenzia l’apertura della storiografia a nuovi indirizzi di ricerca e ad altre discipline: dalla geografia umana all’etnologia, dalla demografia alla sociologia.