biografia

Il termine “biografia” per indicare la narrazione delle vicende di un singolo individuo dalla nascita alla morte è relativamente tardo, in quanto risale al V secolo della nostra era e divenne di uso comune a partire dalla fine del VII secolo. Schizzi biografici di poeti, filosofi e uomini politici sono comunque testimoniati per la cultura greca a partire dal V secolo a.C. (Ione di Chio e Senofonte). Anche se la storiografia greca ebbe scarsa considerazione della biografia, in quanto era interessata a narrare gli avvenimenti politici e militari di valore collettivo e non trattava gli individui in quanto tali, si sviluppò in Grecia e poi a Roma una tradizione biografica assai vitale. Tacito, Svetonio, Plutarco e soprattutto Cornelio Nepote scrissero biografie che esercitarono una profonda influenza fino al Rinascimento: il modello classico di biografia si concentrò sulla descrizione del carattere esemplare di una virtù o di un vizio più che dell’individualità. Nel medioevo il genere biografico fu occupato dall’agiografia, che piegò il modello classico alle esigenze religiose. Le vite dei santi e dei martiri erano funzionali esclusivamente all’edificazione dei fedeli. Un’eccezione all’impoverimento del genere biografico furono le Confessioni di S. Agostino, in cui lo sforzo autobiografico rivelava la complessità dell’animo umano. Modesto fu il contributo della cultura medievale alla biografia politica, con l’unica interessante eccezione della Vita Caroli Magni di Eginardo (830). Il ritorno al modello classico e il suo allargamento sono le caratteristiche principali delle biografie rinascimentali, dalla Vita di Dante di Boccaccio (1360) alle fondamentali Vite de’ più eccellenti architetti, pittori e scultori del Vasari (1550). Lo sviluppo in tutta Europa del genere biografico (e in parallelo, autobiografico) corrispose al nuovo valore attribuito alla capacità creativa dell’individuo e all’interesse per le specificità del singolo uomo eccellente. La biografia moderna si affermò dalla metà del XVIII secolo come storia dei processi di sviluppo e formazione interni all’individuo e l’Illuminismo si interessò alla biografia per studiare come la ragione universale viene a formarsi nelle circostanze concrete. La biografia divenne l’argomento prediletto dei romanzi inglesi (H. Fielding) e dei Bildungsromane (romanzi di formazione) tedeschi. Parallelamente lo studio scientifico delle biografie si espresse nei dizionari biografici nazionali, primo dei quali fu la Biografia Britannica (dal 1747). Nell’Ottocento crebbe l’interesse per le biografie delle grandi personalità, cui si attribuivano capacità creative nel destino dei popoli, e nello stesso tempo per le ricostruzioni biografiche in serie (Biografia Universale, 1811-65, iniziata da Michaud). Nel XX secolo il concetto stesso di biografia è diventato problematico, ponendosi in termini nuovi il problema dei rapporti tra il singolo e il contesto storico condizionante. Tuttavia, dopo una lunga eclisse, nella storiografia contemporanea la biografia come strumento di ricostruzione storica con capacità euristiche proprie ha risvegliato grande attenzione attraverso lo studio delle figure marginali, la storia orale e la storia delle donne. [Edoardo Tortarolo]