Bergson, Henri

(Parigi 1859, † ivi 1941). Filosofo francese. Premio Nobel nel 1927. Opere principali: Saggio sui dati immediati della coscienza (1889), Materia e memoria (1896), Il riso (1901), L’evoluzione creatrice (1907), Le due fonti della morale e della religione (1932). Di origine ebraica, non volle convertirsi al cattolicesimo, al quale si era avvicinato, per solidarietà con il popolo ebraico perseguitato dal nazismo. Critico dello scientismo positivistico, fu il massimo esponente dello spiritualismo francese. Prospettò una metafisica evoluzionistica, fondata sulla creatività della natura, nella quale opera uno “slancio vitale”. Dell’uomo esaltò le doti intuitive e la loro espressione artistica. Critico della morale “chiusa”, finalizzata alla sopravvivenza del gruppo sociale di appartenenza, propose una moralità e una religiosità aperta e dinamica, proiettata in uno slancio mistico all’intero genere umano e all’essere nella sua totalità. Affermò che l’odierna civiltà tecnologica dev’essere corretta da un nuovo misticismo, che aggiungesse un “supplemento d’anima” a un mondo sempre più meccanizzato. Il suo pensiero influenzò notevolmente la cultura novecentesca in ambito letterario, filosofico e scientifico.