Ben Alì, Zin el Abdin

(Sousse 1936, viv.). Uomo politico tunisino. Membro del governo durante la presidenza di H. Burghiba, nel 1987 destituì il presidente e assunse la carica di capo dello stato, confermatagli dalle elezioni del 1989. Nel 1991 mise al bando il partito islamico Nahdah e, per tale ragione, accusato di violazione nei confronti dei diritti umani. Dopo l’apertura alla Libia di Gheddafi (1987), firmò a Marrakech l’intesa per il “grande Maghreb” (1989). Nelle successive elezioni del 1994, del 1999, del 2004 e del 2009 fu riconfermato al potere. In seguito alle proteste scoppiate nel dicembre del 2010, fu costretto a lasciare il potere e ad abbandonare il paese. Dopo la sua fuga, fu accusato dal governo provvisorio tunisino di aver sottratto ingenti somme di denaro allo Stato. Per tale ragione, nel giugno 2011 fu condannato in contumacia a trentacinque anni di carcere per appropriazione indebita di denaro pubblico e, dopo un mese, ad altri quindici anni per corruzione e traffico internazionale di stupefacenti. Nel 2012 un tribunale militare lo condannò infine all’ergastolo per i crimini commessi durante i disordini del 2011.