ACLI

Le Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani (ACLI) furono fondate nell’agosto 1944, su suggerimento dei vertici della chiesa cattolica, con funzioni di concorrenza alla componente comunista del sindacato CGIL. Si proposero una presenza attiva nel movimento dei lavoratori, per promuovere attività previdenziali, formative e ricreative. Nel 1948, anno di massima tensione ideologica tra Democrazia cristiana e Partito comunista, ebbero un ruolo determinante nella rottura dell’unità sindacale e, due anni dopo, nella fondazione del sindacato CISL, di area democristiana. Negli anni del centrosinistra e ancor più dopo l’autunno caldo delle lotte dei lavoratori, recuperarono il valore dell’unità sindacale dei lavoratori e cessarono il “collateralismo” con la DC (1969), prendendo posizioni risolute contro il sistema capitalistico (1970) che furono condannate dalla Chiesa. Il nuovo clima favorì l’avvicinamento dei sindacati nella Confederazione CGIL-CISL-UIL (1972). A partire dagli anni Ottanta il loro ruolo politico si è fortemente ridimensionato, nonostante il riavvicinamento e poi la riconciliazione con la Chiesa al principio degli anni Novanta. Nel 1996, sotto la guida di Franco Passuello (1994-98), firmarono, in vista del rilancio dell’unità sindacale, un importante accordo con la CISL, che pose fine a una lunga fase di contrasti e rafforzò la loro posizione all’interno del terzo settore. Assunta la carica di dirigente organizzativo del Partito democratico, Franco Passuello fu sostituito nel 1998 da Luigi Bobba, che articolò la sua azione concentrandosi soprattutto su temi quali il lavoro, il welfare, la promozione della pace e della cooperazione, la globalizzazione della solidarietà.
Nel 2006 gli subentrò Andrea Olivero, il quale, dopo essersi candidato per un seggio al parlamento nella lista Monti, nel gennaio 2013 lasciò il posto a Gianni Bottalico.