Barbados

Stato attuale dell’America centrale. Poco si sa dell’isola di Barbados prima della colonizzazione europea. Resti archeologici attestano che essa era abitata da indiani aruachi provenienti dall’America Latina. Scoperta dagli spagnoli nella prima metà del XVI secolo, venne occupata dagli inglesi nel 1627 ed entrò a far parte dei possedimenti della Corona britannica nel 1652. Le condizioni climatiche favorirono la coltivazione estensiva della canna da zucchero, che fu intrapresa con il ricorso a manodopera nera importata dall’Africa (le popolazioni indigene erano già scomparse al momento dell’insediamento inglese, vittime a loro volta dei mercanti di schiavi). Anche dopo l’abolizione della schiavitù (1834), la produzione dello zucchero e dei suoi derivati continuò a rappresentare la principale risorsa per l’economia dell’isola. Il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione, dovuto in parte ai contraccolpi della grande depressione e in parte all’incremento demografico, fu all’origine di gravi disordini che scoppiarono nel 1937 in tutta l’area delle Indie occidentali. Nel 1940 il parlamento inglese, sulla base dei risultati di una commissione di indagine inviata sul posto, varò con il primo Colonial Development and Welfare Act un programma di aiuti alle colonie. Nel 1950 fu introdotto il suffragio universale. Nel 1958 Barbados entrò nella federazione delle Indie occidentali, creata allo scopo di consentire agli stati membri il raggiungimento dell’unità politica ed economica. Allo scioglimento di questa (1962), aderì a una nuova federazione di isole minori fino al 1966, quando ottenne l’indipendenza. Da allora è stato associato al Commonwealth britannico. I due principali partiti che si sono alternati alla guida del paese sono il Partito laburista democratico (DLP), progressista, e il Partito laburista (LP), conservatore; sotto la guida di quest’ultimo, il governo di Barbados partecipò all’invasione di Grenada nel 1983 a fianco degli Stati Uniti. Con le elezioni del 1986 tornò al potere il DLP, che si trovò ad affrontare una difficile situazione economica. Il primo ministro Erskine Sandiford (succeduto al vecchio leader Errol Barrow, morto nel 1987) dovette conciliare la tradizione radicale del proprio partito con l’esigenza di reperire sul mercato internazionale i crediti necessari a fronteggiare la crisi. Nel 1988 Sandiford indisse una conferenza degli stati caraibici per appoggiare il popolo haitiano nella sua lotta contro la dittatura. La politica economica messa in atto dal governo non incontrò un adeguato consenso, sicché nel 1994 i laburisti tornarono al governo, vincendo altresì le elezioni anche nel 1999 e nel 2003. All’opposizione da oltre un decennio, il Partito laburista democratico riprese la guida del paese nel 2008 e il suo leader, David Thompson, fu nominato Primo ministro. Alla sua morte per malattia nel 2010, fu sostituito dal compagno di partito Freundel Stuart.