banca

La banca è un’impresa le cui funzioni sono il raccoglimento di fondi in deposito, l’erogazione di fondi in forma di prestiti in cambio di interessi, la restituzione di fondi con interessi sul capitale depositato, il trasferimento di denaro o di titoli su commissione.

  1. Dall’antichità al medioevo
  2. L’età moderna
  3. L’età contemporanea
1. Dall’antichità al medioevo

I primi esempi di attività collegate a compiti di deposito e di prestito sono riconducibili al mondo antico, specie a Babilonia, in Palestina, in Grecia e in Egitto. Nell’antico Oriente assiro-babilonese e anche presso gli ebrei i tesori regi e quelli custoditi nei templi diventarono centri di deposito, anche per i privati. Sotto lo stimolo della vita commerciale a Babilonia si formarono banche con funzioni non solo di deposito ma anche amministrative. Nel mondo greco, dove si diffuse la moneta coniata, era uso che nei templi si custodissero beni pubblici. Non mancarono esempi di banchieri privati, impegnati non solo nel deposito e nei prestiti, ma anche nei mutui, negli investimenti a favore delle attività commerciali e produttive, nelle operazioni di cambio delle valute, nella copertura del rischio marittimo. Nell’Egitto dell’età ellenistica e romana, dove gli scambi avvenivano tramite i cereali e certi metalli, i magazzini svolgevano la funzione di banche. Le girate bancarie consentivano una circolazione di beni senza trasporto fisico della merce. Le banche documentavano il giro degli affari in appositi libri. Sviluppi significativi si ebbero in seguito a Roma e nell’impero bizantino. Nella Roma repubblicana le banche erano chiamate tabernae argentariae, l’erario pubblico svolgeva funzioni bancarie e ai viri mensarii era attribuito il compito di dare e ricevere prestiti. Banche si stabilirono nelle principali città dell’impero romano. I banchieri, chiamati argentarii, con l’aiuto di schiavi e liberti, provvedevano a controllare il peso e la qualità delle monete, alla riscossione e ai prestiti. Libri contabili documentavano le operazioni anche a fini processuali. In età costantiniana (IV secolo) i banchieri vennero chiamati collectarii. Nel mondo bizantino si ebbe una trasformazione assai importante, in quanto gli addetti alle funzioni bancarie furono organizzati in una corporazione ereditaria. Nell’alto medioevo il prestito di denaro fu un’attività svolta soprattutto da ebrei e levantini, in conseguenza del fatto che la Chiesa condannava non solo l’usura ma anche il prestito per interesse. Se non che le esigenze economiche indebolirono i precetti ecclesiastici.

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2. L’età moderna

Nel basso medioevo e agli inizi dell’età moderna (secoli XIII-XV) l’attività bancaria, rivolta a esercitare o a sostenere gli scambi commerciali e alla negoziazione di titoli di credito, trovò i propri maggiori centri a Piacenza, Siena, Lucca, Firenze, Genova, Anversa, Bruges, nelle città della Lega anseatica, nella Champagne. Il piccolo credito era svolto specie da ebrei, italiani e caorsini, i quali tenevano banchi di prestito contando sul loro capitale personale e su somme depositate in genere a breve termine. Importante diventò anche l’attività di dinastie di finanzieri internazionali, specie italiani e tedeschi come i Bardi, i Peruzzi, i Frescobaldi, cui seguirono i Medici, i Fugger, i Welser. Essa fu orientata in maniera determinante a raccogliere tributi per incarico dei sovrani e a fornire loro prestiti. Fondamentale poi era il ruolo, disciplinato da leggi e sottoposto al controllo pubblico, svolto dai cambiatori, che provvedevano sia al cambio delle monete sia al commercio delle lettere di cambio e a operazioni di deposito e di giro. Il compito di facilitare i pagamenti tra mercanti, dapprima esercitato nelle fiere, venne poi svolto prevalentemente da banchieri che installarono nelle principali città commerciali i loro uffici, presso i quali i mercanti tenevano conti correnti, con la conseguenza di ridurre notevolmente il bisogno di agire mediante moneta contante a favore della moneta detta di banca ovvero di conto. La pratica, assai diffusa da parte dei sovrani, di alterare a proprio vantaggio il valore delle monete metalliche mediante la riduzione di peso e qualità, fece sentire il bisogno di moneta garantita, portando alla diffusione di moneta virtuale, garantita, attraverso la cambiale e la girata. Strettamente legato alla necessità per un verso di dare maggiori tutele ai titolari dei depositi e per l’altro di garantire il debito pubblico e assicurare allo stato fondi di riserva fu in un primo tempo il sorgere nel 1401 della Banca di deposito (taula de cambi) a Barcellona e nel 1407 della Casa di San Giorgio a Genova e in un secondo tempo, e soprattutto, la creazione a Venezia del Banco della Piazza di Rialto nel 1587 e del Banco Giro nel 1619, poi fusisi nel 1638, e a Milano del Banco di S. Ambrogio nel 1593. Lo sviluppo delle banche in senso moderno, come organismi formalmente strutturati in relazione ai compiti di deposito e di prestito di capitali in stretto collegamento con le attività commerciali e industriali e le esigenze di finanziamento degli stati è da collocarsi tra il Cinque e Settecento. Nel corso di questo periodo si consolidarono le funzioni di garanzia del valore delle monete metalliche, la pratica del ricorso alle lettere di cambio e infine l’emissione di banconote convertibili in moneta. Si trattava di operazioni che, mentre avevano a fondamento principi di tutela e di correttezza, potevano però a loro volta generare squilibri e speculazioni con conseguenze talora disastrose. Il primo esempio di grande banca europea moderna fu la Banca di Amsterdam, sorta nel 1609, le cui principali funzioni, poste sotto stretto controllo dello stato, erano il deposito di metalli preziosi, lo scambio di monete, il trasferimento di fondi, l’emissione di titoli e la negoziazione di cambiali. Compiti analoghi ebbe la Banca di Amburgo creata nel 1619. Il problema di raccogliere fondi e di fare prestiti in primo luogo allo stato fu alle origini della Banca d’Inghilterra (1694), cui fu consentito anche di emettere banconote. Sicché le necessità del commercio e dell’industria e in numerosi casi quella di formare istituti idonei a operare come agenti fiscali del governo portarono a un sempre maggiore sviluppo delle banche nei secoli XVIII e XIX. In Francia nel 1716 sorse la Banca generale, detta anche Banca reale. Le sue vicende, in conseguenza della direzione del banchiere scozzese John Law, mostrarono chiaramente i pericoli di politiche speculative che potevano portare alla bancarotta. Law, con l’intento di ripianare il debito pubblico, trasformò i creditori dello stato in azionisti della Compagnia delle Indie emettendo carta moneta in maniera incontrollata sulla garanzia offerta dal valore delle azioni. Ne derivò un processo inflazionistico che provocò il fallimento nel 1720. Tra la fine del secolo XVIII e la prima metà del XIX, al fine di evitare i danni provenienti da un’inadeguata disciplina nell’immissione della moneta da parte di una molteplicità di centri all’interno dei singoli stati e di favorire i cambi nelle transazioni tra le monete dei diversi stati, si procedette alla costituzione di banche centrali di stato o poste sotto il diretto controllo pubblico.

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3. L’età contemporanea

In Francia nel 1800 fu fondata la Banca di Francia, che nel 1848 ottenne il monopolio dell’emissione delle banconote. La rivoluzione industriale, lo sviluppo in senso modernamente capitalistico dell’agricoltura, la rivoluzione dei trasporti determinarono, a partire specie dagli anni Trenta dell’Ottocento, una profonda trasformazione dei sistemi bancari in relazione ai problemi posti dal bisogno di credito per sostenere gli investimenti, l’esercizio delle imprese e la conquista dei mercati. Le banche dovettero procedere a rastrellare in modo sempre più sistematico il risparmio dei privati, anche quello più modesto. A questo scopo andarono provvedendo le banche ordinarie di credito, che assunsero via via il carattere di società anonime, cui si richiese la pubblicità dei bilanci nel quadro della vigilanza delle autorità statali.


Fu la Gran Bretagna, con il suo centro a Londra, divenuta capitale finanziaria e commerciale del mondo, che avviò il processo di ristrutturazione bancaria. Qui nel 1844 il regime bancario venne organicamente disciplinato con il Bank Charter Act.


Negli Stati Uniti, dove erano state create nel 1781 la Banca del Nordamerica e nel 1791 la Banca degli Stati Uniti e nel 1838 era stata consentita la costituzione di banche private senza restrizioni, con il National Bank Act del 1863 il governo federale stabilì una disciplina organica sulla moneta e sulle operazioni bancarie, fino a che nel 1913 si giunse alla costituzione del sistema della riserva federale. In Germania nel 1875 la Banca di Prussia, creata nel 1765, fu trasformata in Banca del Reich. Nel 1850 sorse la Banca nazionale del Belgio; nel 1856 la Banca di Spagna; nel 1860 la Banca di stato russa. La Banca nazionale svizzera fu costituita tardivamente nel 1905.


In Italia nel 1860 venne costituita la Banca Nazionale del Regno d’Italia. Se non che solo nel 1893, facendo fronte a una grave crisi bancaria, fu attribuita alla Banca nazionale, trasformata in Banca d’Italia con la fusione con la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di credito, la funzione di principale centro di emissione delle banconote, che rimase però prerogativa ancora del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia sia pure sotto il controllo della Banca d’Italia. Una legge del 1926 attribuì infine a quest’ultima il monopolio dell’emissione.


Nel corso dell’Ottocento e in particolare a partire dalla seconda metà del secolo le banche, che videro l’affermarsi di dinastie familiari come i Rothschild e i Bethmann, subirono un processo di specializzazione e differenziazione crescente a seconda delle loro principali finalità in relazione alle modalità e alle esigenze dello sviluppo economico. Accanto alle banche ordinarie orientate verso il credito a breve termine vennero formandosi le banche d’affari, o istituti speciali di credito, impegnate nel fornire capitali a più lungo termine a sostegno delle attività produttive proprie delle imprese industriali, commerciali e agrarie con l’emissione di obbligazioni a medio e lungo termine. L’orientamento di questo ultimo tipo di banche ha portato a un intreccio tra banche e imprese e alla compartecipazione tra i due soggetti nel quadro della diffusione delle società per azioni. Antesignana tra le banche orientate verso il credito a sostegno delle attività produttive fu la Società generale del Credito Mobiliare, fondata a Parigi nel 1852 per influsso delle idee di Saint-Simon e crollata nel 1867.


Con l’incremento delle relazioni economiche a livello internazionale, il ruolo delle banche ha assunto a sua volta un carattere che con un’intensità crescente ha oltrepassato i confini nazionali. Tipica di questa internazionalizzazione è stata la costituzione, dopo la fine della seconda guerra mondiale, di “banche centrali” responsabili della regolamentazione dei flussi monetari, come la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (1945) orientata a fornire prestiti tanto a stati quanto a imprese private, il Fondo Monetario Internazionale (1946) e la Banca Europea degli investimenti (1957). Nel 1998 sorse la Banca Centrale Europea col compito di presiedere alla politica monetaria dell’Unione Europea e di esercitare i compiti di banca centrale dell’euro.


A partire dagli anni Ottanta del Novecento, il sistema bancario internazionale fu investito da due importanti fenomeni strettamente connessi tra loro: quello della deregolamentazione da un lato e quello della globalizzazione dall’altro. Il primo, favorito dalla tendenza a un incremento della privatizzazione, fu indotto dalla disponibilità dei governi nazionali a lasciare che lo stesso mercato determinasse sempre più la struttura e il funzionamento dei loro sistemi bancari. Il secondo, favorito dai progressi tecnologici e in particolare dall’informatizzazione, fu indotto dalla progressiva erosione dei confini finanziari e dalla conseguente creazione di sistemi bancari multinazionali.


Il superamento del modello convenzionale di banca si tradusse anche nell’estensione dell’accesso ai servizi creditizi alle fasce più povere della popolazione mondiale, così come testimonia il successo delle cosiddette banche di microcredito, la prima delle quali fu la Grameen Bank in Bangladesh. Negli anni Duemila, in concomitanza con l’emergere della protesta contro la globalizzazione, gli istituti bancari, in quanto ritenuti responsabili delle crescenti diseguaglianze sociali, furono spesso oggetto di atti vandalici, come a Seattle nel 1999, a Genova nel 2001 e in Grecia a partire dal 2008.

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