Bakunin, Michail Aleksandrovic

(Prjamuchino 1814, † Berna 1876). Rivoluzionario russo. Considerato uno dei padri dell’anarchismo, di origini nobili, già vicino ai gruppi radicali della sinistra hegeliana, soggiornò tra il 1844 e il 1847 a Parigi, dove frequentò i circoli rivoluzionari socialisti e democratici e conobbe K. Marx. Fu attivo nei moti del 1848 in Francia e in Germania. Sostenne la necessità di una integrale rivoluzione sociale e politica che conducesse all’abolizione dello stato e della proprietà privata, e perseguì la liberazione dell’uomo dalla schiavitù verso ogni autorità, civile o religiosa, e la creazione di una società egualitaria, non autoritaria, di struttura federalista. Protagonisti della rivoluzione anarchica sarebbero stati i contadini poveri o più genericamente le masse popolari, e non gli operai organizzati in partiti politici, come invece pensavano i marxisti. Sostenne l’insurrezione antizarista polacca del 1863 e, dopo il suo fallimento, riparò in Italia (1864-67) dove si illudeva vi fossero le condizioni per promuovere un movimento rivoluzionario. Le organizzazioni anarchiche, diffusesi principalmente in Svizzera, Italia e Spagna, aderirono nel 1868 alla Prima Internazionale, fondata a Londra nel 1864. Tuttavia i profondi contrasti con i marxisti portarono all’espulsione dall’organizzazione di Bakunin e degli anarchici. Nel 1873 pubblicò Stato e anarchia, il più famoso dei suoi numerosi scritti. Il movimento anarchico prese a diffondersi in Europa; soprattutto in Italia l’influenza dell’anarchismo bakuniniano fu notevole.