Bacone, Francesco

(Londra 1561, † ivi 1626). Filosofo e uomo politico inglese. Convinto assertore della supremazia della monarchia sul parlamento, fece una brillante carriera politica, diventando Lord Cancelliere (1618) durante il regno di Giacomo I, che gli concesse il titolo di barone di Verulamio (1618) e visconte di Sant’Albano (1621). Dovette bruscamente interrompere l’attività politica e ritirarsi a vita privata in seguito a uno scandalo per corruzione (1621). Si dedicò quindi interamente all’attività intellettuale, nella quale profuse la sua fiducia nel progresso e nel dominio tecnico sulla natura, che fece vedere in lui un profeta della rivoluzione industriale. Si batté contro il principio di autorità, che impediva alla cultura di modernizzarsi e di liberarsi dagli schemi della tradizione, sostenendo che la verità è figlia del tempo e che la scienza moderna si fonda su un bagaglio di esperienze incomparabilmente superiore a quello disponibile nell’antichità. Nell’opera più celebre, il Novum Organum (1620), propose per la conoscenza scientifica un metodo sperimentale e induttivo opposto a quello sillogistico e deduttivo della tradizione aristotelica. Mise in guardia la cultura moderna dalle più comuni sorgenti di equivoci ed errori (gli “idola”), che derivano dalla natura umana (“idola tribus”), dalla personalità individuale del ricercatore (“idola specus”), dalle ambiguità del linguaggio (“idola fori”) o dalla lente deformante delle dottrine filosofiche (“idola theatri”). Espose un metodo fondato sull’osservazione attenta dei fenomeni, da classificare in tabelle che ne registrino presenze, assenze e gradazioni, seguita da un paziente lavoro di ipotesi e verifica, che giunga alla conoscenza delle vere leggi della natura. Molti critici videro nel suo concetto di legge naturale, ancora identificata nella “forma” dei fenomeni, un residuo dell’antica concezione qualitativa dell’indagine scientifica, che escluderebbe almeno in parte Bacone dalla rivoluzione scientifica del suo secolo, fondata sul progetto di matematizzazione della natura. In realtà il suo metodo induttivo-sperimentale ebbe larga fortuna in età moderna nelle scienze biologiche e naturali, meno facilmente riconducibili a un metodo esclusivamente matematico. Nella Nuova Atlantide (1627, postuma) propose l’utopia di una società felice in quanto fondata sul pubblico finanziamento della ricerca scientifica, condotta collegialmente nelle accademie e finalizzata al progresso tecnico a beneficio della collettività.