Avanti!

Quotidiano del Partito socialista italiano. Fu fondato a Roma nel 1896.

Il nome, che era già appartenuto a un giornale di A. Costa del 1881, fu preso dal quotidiano del Partito socialdemocratico tedesco, il “Vorwärts!”. Ebbe, tra i principali direttori, Bissolati, Ferri, Morgari, Treves, Mussolini, Serrati, Nenni, Pertini, Lombardi. Nei primi anni diede un significativo contributo alla crescita politica e culturale del proletariato e dei quadri del partito. Si caratterizzò, specialmente tra il 1911 e il 1915, per il pacifismo antimilitaristico e l’internazionalismo. Per questo fu abbandonato da Mussolini al tempo della sua conversione al nazionalismo interventistico (1914). Contribuì al dibattito sui grandi problemi che accompagnarono il socialismo italiano: la Rivoluzione russa, le strategie della Terza Internazionale, l’ordinovismo gramsciano, la scissione di Livorno (1921), l’avvento del fascismo. Preso ripetutamente di mira dallo squadrismo fascista, fu soppresso in Italia dalle leggi “fascistissime” del 1926. La sua vita continuò all’estero (Parigi, Zurigo) fino alla caduta del fascismo (1943).

Pubblicato di nuovo regolarmente nell’Italia repubblicana, ha accompagnato le vicende politiche e i dibattiti del PSIUP e poi del PSI. Travolto dalla crisi del Partito socialista al principio degli anni Novanta, attraversò una fase di intense difficoltà economiche.

Tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, il titolo della testata fu conteso e rivendicato da più parti. Col titolo “Avanti! della domenica”, riprese le pubblicazioni nel 1998 come organo dei Socialisti Democratici Italiani (SDI) e le cessò nel 2006, riprendendole tuttavia nel novembre 2011 come organo del neo-costituito PSI. Dal 2003 in poi, sotto la direzione di Valter Lavitola, fu simultaneamente pubblicato un foglio di quattro pagine, col titolo “l’Avanti!”, vicino agli esponenti ex PSI di Forza Italia.