Zenone

(430 circa, † 491). Imperatore bizantino dal 474 al 491. Militare originario dell’Isauria, salì ai massimi gradi dell’esercito e nel 468 sposò Ariadne, figlia dell’imperatore Leone I. Osteggiato da Aspar, generale dei goti al servizio dell’impero, lo uccise (471) e, alla morte di Leone I, assunse la reggenza per il proprio figlio Leone II. Quando anche questi poco dopo morì, ebbe i pieni poteri. Tra il 476 e il 477 fu costretto ad abbandonare Costantinopoli a causa della rivolta dell’ammiraglio Basilisco, che si impadronì del potere. Riuscì però poi a riprendere il sopravvento, eliminando Basilisco e stroncando successivi tentativi di rivolta di altri generali. Non riconobbe mai la legittimità del potere di Odoacre, che nel 476 aveva deposto l’ultimo imperatore d’Occidente Romolo Augustolo. Nel 489 inviò quindi contro di lui gli ostrogoti di Teodorico. Nel tentativo di superare le controversie sorte intorno al monofisismo, nel 482 promulgò l’Henotikòn (Editto di Unione), col quale delineò una posizione di compromesso tra i contendenti. L’editto non fu però accettato dalla chiesa di Roma, ciò che aprì un lungo contrasto tra le due chiese.