zarismo

Il sistema di potere dell’impero russo, incentrato sull’imperatore (zar). Il termine “zar” (derivato dal latino Caesar) fu usato saltuariamente dal XIV al XVI secolo come titolo onorifico concesso ad alcuni principi di Mosca. Il primo principe che assunse ufficialmente il titolo fu Ivan IV il Terribile, incoronato zar nel 1547. Affiancandosi al già vigente titolo di autocrate, esso ribadiva la superiorità gerarchica di Ivan sugli altri principi e la sua indipendenza dalla soggezione straniera, e inaugurò lo zarismo come istituzione. Servendosi dell’influenza della religione bizantina e della dominazione tartara, Ivan e i suoi successori attuarono l’unificazione politica dello stato contro i particolarismi feudali, portando l’autocrazia a piena maturazione sul piano amministrativo e ideologico, nei confronti dei nobili e anche della chiesa. Con Pietro I il Grande (1682-1725) la struttura politica e amministrativa dello stato fu radicalmente trasformata, ma sempre in una cornice autocratica, nel senso di una precisazione giuridica delle prerogative del monarca. Il principio di legalità come base dell’ordinamento autocratico fu ribadito in particolare da Caterina II (1762-96), il cui tentativo di dispotismo illuminato si fondava sul potere della sovrana ma anche della nobiltà, cui andarono i maggiori vantaggi delle riforme dell’amministrazione locale. Con Alessandro I (1801-1825) si avviarono una cauta apertura all’Occidente e un tentativo di modernizzazione istituzionale e di parziale limitazione del potere autocratico, che fallirono di fronte all’opposizione dell’aristocrazia. Dopo il fallito moto dei decabristi (1825), Nicola I (1825-55) riaffermò i fondamenti dell’autocrazia, proclamando l’essenza dello zarismo nei princìpi di “ortodossia, autocrazia, nazionalità” e approfondendo il distacco tra potere e società. La sconfitta nella guerra di Crimea spinse Alessandro II (1855-81) a promuovere importanti riforme, tra cui l’emancipazione dei servi e l’istituzione di organi di autogoverno locale (zemstvo). Ma con gli ultimi due zar, Alessandro III (1881-94) e Nicola II (1894-1917), la crisi dello zarismo raggiunse il culmine di fronte al rifiuto dei sovrani di adeguare il sistema politico alle esigenze della modernizzazione economica e alla crescente pressione dal basso della società civile. Parzialmente riformato dopo la rivoluzione del 1905, ma in ogni caso incapace di svolgere un’efficace opera di riforma e di mediazione, lo zarismo fu definitivamente travolto dalla Rivoluzione russa del febbraio 1917.