Wolff, Christian

(Breslavia 1679, † Halle 1754). Filosofo tedesco. Professore a Halle grazie all’appoggio di Leibniz, fu allontanato dall’insegnamento dal re Federico Guglielmo I che accolse le proteste dei pietisti, i quali ritenevano che il suo razionalismo minacciasse la concezione religiosa dell’uomo. Richiamato da Federico II nel 1740, insegnò in quella università fino alla morte e divenne il filosofo più influente dell’Illuminismo tedesco prima di Kant. Scrisse in tedesco, creando una terminologia filosofica originale. Elaborò un sistema filosofico di carattere enciclopedico alla cui base pose un metodo di indagine razionale: la scienza si fondava sulla deduzione garantita dal principio di non contraddizione, che ne assicurava la coerenza formale. Di importanza fondamentale nel Settecento tedesco furono le sue teorie politiche ed etiche. Convinto che la filosofia deve essere chiara e precisa e deve avere un’utilità pratica, Wolff concepì lo stato nei termini di un contratto tra sovrano e sudditi e riconobbe alle istituzioni pubbliche una dimensione prevalentemente eudemonistica.