Voltaire

(Parigi 1694, † ivi 1778). Filosofo, letterato e storico francese. La vita movimentata, la molteplicità degli interessi culturali, l’indipendenza intellettuale dal potere religioso e politico, la capacità di parlare a un’opinione pubblica europea, la passione nell’identificarsi con valori come la tolleranza religiosa, la libertà di parola e il rispetto per la dignità umana fecero di Voltaire uno dei protagonisti e una sorta di simbolo dell’Illuminismo europeo. Accostatosi giovanissimo ai temi del libertinismo erudito, si distinse per la polemica antigiansenista e antimetafisica. Durante un periodo di esilio in Inghilterra dal 1726 al 1729 si accostò al deismo e divenne un divulgatore europeo di Locke, di Newton e della monarchia parlamentare nelle Lettere inglesi (1734). Di grande rilievo furono gli scritti di storia. Nel Secolo di Luigi XIV (1753) e ancora più marcatamente nel Saggio sui costumi e sullo spirito delle nazioni (1756) Voltaire rovesciò il modello corrente della storiografia basato sulla concezione provvidenzialistica e sulla preminenza delle vicende dinastiche e belliche. Si concentrò invece sulle rivoluzioni dello spirito umano, che riguardavano le forme di civiltà, e allargò lo sguardo al complesso del mondo storico allora conosciuto, negando così sia il carattere provvidenzialistico della storia – così com’era stato teorizzato ad esempio da Bossuet – sia la centralità delle vicende del popolo ebraico. Contemporaneamente scrisse racconti filosofici di grande diffusione come Zadig (1747) e Candido (1759), nei quali criticò le forme estreme di antropocentrismo e di ottimismo. Gli ultimi vent’anni della sua operosissima vita furono dedicati alla battaglia per la tolleranza religiosa in occasione della condanna del protestante Calas (Trattato sulla tolleranza, 1763), per le riforme giudiziarie ed economiche e per le libertà civili, mantenendo saldo un deismo che rifiutava le forme giudicate estremiste e pericolose dell’ateismo illuminista. [Edoardo Tortarolo]