Vittorio Amedeo II

(Torino 1666, † Moncalieri 1732). Duca di Savoia dal 1675, re di Sicilia dal 1713 al 1720, primo re di Sardegna dal 1720 al 1730. Figlio di Carlo Emanuele II, dal 1675 al 1684 fu alla guida del ducato sotto la tutela della madre Giovanna Battista di Savoia Nemours. Assunto direttamente il potere, nel 1684 sposò Anna d’Orléans, nipote di Luigi XIV, e dovette affrontare la “guerra del sale”, una rivolta fiscale nella zona di Mondovì. Dal 1690 partecipò alla guerra della Lega di Augusta (1686-97) contro Luigi XIV. Sebbene sconfitto dalle truppe francesi a Staffarda (1690), con il trattato di Torino (1696) riottenne Pinerolo e Casale Monferrato: l’integrità dei suoi territori fu ribadita dalla pace di Rijswijk (1697). All’inizio della guerra di Successione spagnola (1701) si schierò dapprima con Luigi XIV, per poi cambiare fronte alleandosi con l’imperatore Leopoldo I, l’Olanda e l’Inghilterra (1703): Luigi XIV fece allora invadere gran parte del Piemonte e porre l’assedio a Torino (1706), che fu liberata solo grazie al soccorso delle truppe imperiali agli ordini di Eugenio di Savoia. Con la pace di Utrecht (1713) ottenne consistenti vantaggi territoriali (il Monferrato, la Lomellina, Alessandria, la Valsesia) e gli venne riconosciuto il titolo di re di Sicilia. Nel 1720 tuttavia, per gli effetti della guerra della Quadruplice alleanza, fu costretto dall’Austria a scambiare quest’isola con la Sardegna. In politica interna si distinse per l’opera di riorganizzazione e razionalizzazione della legislazione vigente, nell’ambito di un processo che portò al costituirsi di una monarchia assoluta: la centralizzazione dello stato si tradusse in particolare nella creazione del Consiglio di Stato e di quello delle Finanze (1717), nell’introduzione delle figure degli intendenti secondo il modello francese e nella riforma del catasto (1731). Anche in campo religioso Vittorio Amedeo II si attenne dapprima al modello di Luigi XIV, attuando una spietata persecuzione nei confronti dei valdesi nel 1686-87; il successivo allontanamento dalla sfera d’influenza francese lo portò tuttavia, dopo il 1694, ad una relativa tolleranza nei confronti di questa minoranza. Promosse l’istruzione pubblica e diede impulso all’architettura. Nel 1730 abdicò a favore del figlio Carlo Emanuele III, ma quando un anno dopo tentò di riprendere il potere, il figlio lo fece imprigionare.