Virginia

Stato centro-orientale degli Stati Uniti d’America. Il primo stabile insediamento inglese nella regione ebbe inizio nel 1607, dopo che Giacomo I aveva concesso una carta alla London Company, che ne intraprese la colonizzazione. La colonia venne chiamata Virginia in onore di Elisabetta I, la “regina vergine”. L’insediamento ebbe vita assai difficile soprattutto a causa degli attacchi degli indiani. Nel 1641 la Virginia divenne la prima colonia reale inglese in America. Gli schiavi neri vi arrivarono nel 1619. La popolazione bianca, in maggioranza anglicana, rimase fedele alla corona durante la rivoluzione inglese, ma nel 1652 Cromwell inviò una spedizione imponendo la fedeltà al nuovo corso politico dominato dai puritani. Rimasta però di fatto indipendente, la colonia prosperò commerciando liberamente. Se non che nel 1660, con la restaurazione della monarchia, l’imposizione del monopolio commerciale dell’Inghilterra provocò una profonda crisi economica. Nel 1676 una ribellione, guidata da Nathaniel Bacon, venne brutalmente repressa. Verso la fine del XVII secolo la politica antiugonotta di Luigi XIV favorì un afflusso di immigrati protestanti francesi. Nei primi decenni del XVIII secolo vi si insediarono luterani tedeschi, quaccheri inglesi, presbiteriani scoto-irlandesi e anche battisti gallesi. I nuovi arrivati, che miravano al possesso della terra, entrarono in conflitto con i francesi e gli indiani; e tensioni si svilupparono anche con l’aristocrazia formata dai piantatori schiavisti, tra cui vi erano George Washington e Thomas Jefferson. In questa aristocrazia forte era l’influenza della cultura illuministica europea e del liberalismo d’oltre Atlantico. Fu così che la Virginia assunse la leadership della rivoluzione americana a opera di personalità come Patrick Henry, Jefferson, Richard H. Lee, Peyton Randolph, George Mason, James Madison e Washington. Nel 1776 la Virginia, una delle tredici colonie che diedero vita all’Unione, proclamò la propria indipendenza dalla Gran Bretagna. La Virginia si distinse per le sue riforme liberali, che introdussero fra l’altro la piena libertà religiosa. Nel 1788, superando forti resistenze da parte di coloro che ne temevano il centralismo, la Virginia ratificò la costituzione federale. Nel 1798, in contrasto con l’amministrazione del presidente John Adams, la Virginia emanò una Resolution di protesta contro l’indirizzo del governo dei federalisti. Dopo l’insurrezione antischiavista guidata da John Turner, nel 1831 la Camera della Virginia respinse per pochi voti una proposta di legge che prevedeva l’abolizione della schiavitù. Allo scoppio della guerra civile (1861-65) lo stato si separò dall’Unione unendosi alla Confederazione sudista, il cui capo militare divenne il virginiano Robert E. Lee. L’opposizione della Virginia occidentale alla secessione fece sì che essa venisse ammessa all’Unione nel 1863 come stato della West Virginia. Ad Appomattox il 9 aprile 1865 il generale Lee capitolò. Nel 1870 la Virginia venne riammessa nell’Unione. L’integrazione dei neri fu portata a compimento intorno alla metà degli anni Sessanta del Novecento.