vespri siciliani

Sollevazione popolare contro il dominio angioino in Sicilia, caratterizzato da un duro fiscalismo. Scoppiò il 30 marzo 1282, il lunedì di Pasqua, all’ora del Vespro, quando un soldato francese rivolse un insulto a una giovane sposa davanti alla chiesa di Santo Spirito di Palermo. La reazione di un testimone della sposa, che gettò a terra il soldato, fu seguita dalla sommossa popolare, che in breve tempo si estese all’intera isola, al grido di “morte ai francesi!”. Per tutta la notte e nei giorni seguenti gli stranieri furono fatti oggetto di un massacro che provocò circa tre-quattromila vittime. Truppe di cittadini, guidate da Alaimo di Lentini, resistettero agli attacchi a Messina di Carlo d’Angiò, fermamente intenzionato a riconquistare l’isola, che nel frattempo si era federata nella communitas Siciliae (lega di città). La vittoria dei siciliani fu favorita dall’intervento di Pietro III d’Aragona al fianco della communitas. La guerra si protrasse per anni, fino alla pace di Caltabellotta (1302), che ufficializzò il nuovo dominio aragonese nell’isola.