Vespasiano, Tito Flavio

(Rieti 9, † Aquae Cutiliae, Sabina, 79). Imperatore romano dal 69 al 79. Appartenente a una famiglia equestre di origine sabina, questore nel 38 e pretore nel 39, entrò in senato durante il principato di Caligola, soprattutto grazie al suo talento militare. Legato della II Augusta sul Reno nel 41-42, partecipò in seguito come comandante alla spedizione in Britannia. Consul suffectus nel 51 e proconsole in Africa nel 62, dopo una breve rottura con Nerone, gli fu assegnato nel 67 il comando della guerra in Giudea. Qui occupata gran parte della regione, alla morte di Nerone, in attesa di nuovi ordini, interruppe l’offensiva prima della conquista di Gerusalemme. Riconosciuti gli imperatori Galba e Otone, Vespasiano fu proclamato a sua volta imperatore dalle truppe alla morte di quest’ultimo. Dopo la vittoria dei suoi sulle forze di Vitellio a Cremona e la loro marcia su Roma, ricevette dal senato tutti gli onori consueti per i principi (22 dicembre). L’avvento al trono di questo imperatore che non proveniva dalla vecchia aristocrazia segnò una svolta decisiva nella politica romana. Fu approvata da lui la celebre lex de imperio Vespasiani, che fissava per iscritto i diritti e le prerogative inerenti per volontà del senato e del popolo romano alla dignità imperiale. Fu incrementato il gettito fiscale, misura indispensabile dopo la rovinosa politica finanziaria di Nerone e le distruzioni delle guerre civili. Fu affermato il principio dinastico della successione. Fu arginato, con una ferrea disciplina, lo strapotere politico dei legionari. Importantissimi successi militari vennero conseguiti in Gallia con la repressione della rivolta di Giulio Civile (69), in Giudea con la conquista di Gerusalemme (70) a opera di Tito; fu ripresa l’avanzata in Britannia (79-84) e vennero occupati i territori germanici che avrebbero costituito gli agri decumates. Ligio alla tradizione della religione romana, Vespasiano seppe conciliarsi il favore del senato e, alla sua morte improvvisa, fu divinizzato con tutti gli onori.