vandali

Popolazione germanica, di cui si hanno notizie sicure a partire dal I secolo d.C. Forse suddivisi nelle due tribù dei silingi e degli hasdingi, i vandali risiedevano a quel tempo presso le coste meridionali del mar Baltico. Nel 171 gli hasdingi, al seguito dei goti, si stanziarono nelle regioni del Mar Nero, mentre i silingi, verso il 277, si trovavano sul corso del Meno. Sotto la spinta degli unni, entrambe le tribù penetrarono verso il 405 in Gallia, e nel 409 invasero la Spagna: gli hasdingi si diressero verso la Galizia, i silingi verso la Betica. I visigoti di Wallia (415-18), incaricati da Roma di riportare ordine in Spagna, distrussero i silingi, mentre gli hasdingi, unitisi a vari gruppi di alani, nel 419-20 raggiunsero la Betica. In questa regione i vandali familiarizzarono con il mare trasformandosi in temibili pirati, e dal 426 attaccarono le Baleari e la Mauretania, fino a trasferirsi definitivamente in Africa sotto il comando di Genserico (428-77). I romani, non più in grado di respingerli, offrirono ai vandali lo statuto di federati, concedendo loro come territorio in cui stanziarsi parte della Numidia e della Mauretania. Insoddisfatto, Genserico occupò Cartagine e il territorio abitabile fino alla Tripolitania, minacciando l’Italia del sud e sbarcando in Sicilia. Un nuovo foedus fu concesso nel 442 dall’imperatore Valentiniano III. Genserico proseguì tuttavia la propria politica di espansione e di saccheggio, penetrando in Sicilia, occupando la Corsica, la Sardegna e le Baleari. Proseguirono del pari le incursioni piratesche sulle coste greche, spagnole e italiane che culminarono con il sacco di Roma del 455. Alla morte del re seguì un periodo di relativa tranquillità, finché nel 534 l’imperatore Giustiniano, sconfitto il loro re Gelimero, pose fine al regno vandalo. I vandali divennero allora schiavi dei bizantini oppure furono incorporati nel loro esercito. Modesti gruppi, rimasti in Africa al servizio dei mauri, furono definitivamente annientati nel 539-40. Poche notizie si hanno circa i vandali in Spagna, e così anche su quelli stabilitisi in Africa. Nonostante l’abilità dimostrata dai vandali nell’organizzare spedizioni marittime, il loro stato rimase strutturalmente fragile sia per le inconsistenti basi geografiche sia per l’incapacità di operare una sintesi tra le strutture latine preesistenti e la tradizione germanica.