urbanesimo

Si intende per “urbanesimo” il fenomeno della formazione di città presente, con caratteristiche diverse e significative discontinuità, nell’intera storia umana. Un aspetto specifico della concentrazione di popolazione nelle città è rappresentata dall’“urbanizzazione”, termine con il quale si indica l’espansione intensa, spesso rapida e disordinata, delle città negli ultimi due secoli, in conseguenza soprattutto della rivoluzione industriale, a danno dell’organizzazione sociale, produttiva e culturale del territorio circostante. La formazione delle prime concentrazioni urbane nella storia è stata definita da Gordon Childe “rivoluzione urbana”: ha segnato il passaggio a una forma di convivenza più complessa che implicava tra l’altro l’invenzione della scrittura. Gli storici antichi come Strabone identificarono la presenza di città con la civiltà. La città presuppone infatti l’esistenza di un’articolazione sociale abbastanza complessa, nella quale esiste una forma di divisione del lavoro in base a criteri funzionali e una parte dell’eccedenza produttiva è destinata al mantenimento di un’élite politica, amministrativa e religiosa. Le prime formazioni urbane ebbero luogo nelle pianure alluvionali del Medio Oriente, in Egitto e nella Valle dell’Indo nel III e II millennio a.C. La formazione delle città è stata pertanto posta in connessione con la coltivazione sistematica dei cereali e con la loro conservazione. Le città non erano semplicemente un ampliamento del villaggio rurale ma si distaccavano da questo anche architettonicamente per la presenza di edifici monumentali dove si insediava il potere politico-religioso, cui erano sottoposti la città e il territorio rurale circostante. Più che centri commerciali e produttivi le prime città furono centri di esercizio del potere; il territorio urbano era delimitato da mura o recinti con significato religioso. La civiltà urbana fu presente in particolare nei paesi del bacino mediterraneo. Caratteristica comune era la concentrazione dell’élite al centro della città, mentre la gran parte della popolazione viveva verso i margini esterni o fuori dalle mura. Esistevano limiti tecnici all’espansione del territorio urbano, dati dalla necessità di avere accesso diretto alle fonti d’acqua e di mantenere efficiente il sistema di difesa. Scavi archeologici hanno mostrato che le città dell’antichità avevano una densità fino a 50.000 abitanti per kmq. Roma fu la città più popolosa dell’antichità, contando sino a 800.000 abitanti, e richiamò dalle province uomini e merci. Ma tutta l’area mediterranea durante la dominazione romana fu interessata a un intenso processo di urbanesimo. La creazione, il consolidamento e l’amministrazione sistematica delle città è peraltro uno strumento fondamentale per la diffusione di una civiltà omogenea: poiché duplicavano la struttura di potere del centro, le città imperiali furono i capisaldi della colonizzazione romana. La caduta dell’impero portò con sé il declino e quasi la scomparsa delle città. Il medioevo, soprattutto nell’Europa centrale, vide il dominio della campagna sulla città. Le aree relativamente più urbanizzate rimasero quelle dell’Europa meridionale e del Medio Oriente: Costantinopoli, Baghdad, Córdoba, Palermo. Città come Roma, Treviri e Milano contavano nel medioevo poche migliaia di abitanti. La rinascita della civiltà urbana avvenne attraverso la costruzione di nuove città intorno alla fortificazione e con una diversa distribuzione degli edifici. Nella rinascita urbana a partire dall’XI secolo le città divennero centri specializzati delle attività secondarie e terziarie, fortemente autonome politicamente e complementari a un contado dominato dalle élite urbane. Il processo di rinascita urbana era collegato alla ripresa demografica: le città accolsero quanti abbandonavano le campagne per darsi all’artigianato e al piccolo commercio. L’Italia settentrionale, la Fiandra e la Renania divennero le aree più urbanizzate d’Europa. La peste nera (1347-51) non interruppe la tendenza alla concentrazione urbana, piuttosto la rafforzò, diminuendo in valori assoluti la popolazione delle città ma aumentandone la presenza percentuale nel complesso della popolazione. Nell’età moderna l’Europa accentuò la sua tendenza a diventare una civiltà essenzialmente urbana, non solo perché le città con più di 10.000 abitanti passarono da 154 nel 1500 a 364 nel 1800, ma perché si affermarono i valori della cultura urbana su quelli della società rurale. Le metropoli europee (Parigi, Londra, Amsterdam, Napoli) superarono alla fine del Settecento i 200.000 abitanti, attirando i ceti legati all’amministrazione e in misura crescente commercianti all’ingrosso, finanzieri e imprenditori manifatturieri. La rivoluzione industriale accentuò il carattere urbano dell’Europa. Liverpool e Manchester, Lilla e Berlino sono alcuni degli esempi più persuasivi della tesi di Lewis Mumford (1961) per cui la rivoluzione industriale creò la città-fabbrica, nella quale ogni aspetto della vita era subordinato alle esigenze della produzione industriale. Allo sviluppo delle città industrializzate si accompagnò una trasformazione di valori culturali cui i gruppi umani provenienti dalla campagna per formare il nuovo proletariato furono sempre più esposti: il socialismo e la secolarizzazione furono fenomeni tipici dell’urbanesimo ottocentesco. Malgrado i forti progressi compiuti nel XIX secolo, il processo di concentrazione delle popolazioni nelle città ha raggiunto solo nel secondo dopoguerra il punto di svolta. Nel 1960 il 48% della popolazione in Francia viveva in città con più di 20.000 abitanti, il 52% in Germania occidentale, il 60% nei Paesi Bassi, il 69% in Gran Bretagna. Contemporaneamente il processo di crescita delle città si è esteso ai paesi extraeuropei, portando alla creazione di megalopoli con una struttura necessariamente diversa da quella tradizionale. In Europa occidentale si avvertono però segni di declino urbano, favorito da nuove forme di mobilità privata e pubblica e di lavoro a distanza. Si calcola comunque che nel XXI secolo più della metà della popolazione mondiale vivrà in città. [Edoardo Tortarolo]