Umberto I

(Torino 1844, † Monza 1900). Re d’Italia dal 1878 al 1900. Figlio di Vittorio Emanuele II, partecipò alla terza guerra d’indipendenza combattendo a Custoza (24 giugno 1866). Nel 1868 sposò la cugina Margherita di Savoia-Genova, da cui ebbe un unico figlio, il futuro Vittorio Emanuele III. Salì al trono alla morte di suo padre Vittorio Emanuele II il 9 gennaio 1878 e in quello stesso anno sfuggì all’attentato dell’anarchico G. Passanante. Fu favorevole alla politica del governo italiano, guidato da Depretis, tendente al riavvicinamento agli imperi centrali, che si concluse con il trattato della Triplice Alleanza (1882). Appoggiò la politica coloniale del governo Crispi in Eritrea e Somalia. Il timore di un inasprirsi della questione sociale in Italia, la nascita di leghe operaie, delle Camere del lavoro, delle cooperative e infine del Partito socialista italiano, spinsero Umberto I verso posizioni conservatrici durante la cosiddetta “crisi di fine secolo”. Dopo la violenta repressione dei tumulti milanesi del maggio 1898 a opera del generale Bava Beccaris, il sovrano insignì quest’ultimo della Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia. Sostenne inoltre i governi di Rudinì e del generale Pelloux, con la speranza di poter procedere a un rafforzamento dell’esecutivo secondo il modello prussiano (e la lettera stessa dello Statuto del 1848), come teorizzato da S. Sonnino. Poco dopo le nuove elezioni e la decisione di affidare l’incarico di formare il governo a Giuseppe Saracco, il 29 luglio 1900 Umberto I, che era stato già oggetto di altri attentati, fu assassinato a Monza dall’anarchico Gaetano Bresci, deciso a vendicare il massacro di Milano del 1898.