Turkmenistan

Stato attuale dell’Asia centrale. È popolato da turkmeni (o turcomanni) di origine turca e da russi, uzbeki e altre minoranze.

Dopo essere stata nell’antichità parte dell’impero persiano, la regione fu dominata a partire dall’VIII secolo dagli arabi, quindi dai turchi selgiuchidi. Nel XIII secolo fu conquistata da Gengis Khan e nel XIV da Tamerlano, cadendo nel secolo successivo nell’orbita uzbeka. Nella prima metà del secolo XIX i turkmeni furono assoggettati dal khan di Khiva. Dopo aver opposto una fierissima resistenza, furono sconfitti dai russi nel 1869, entrando a far parte stabilmente dell’impero zarista. Dopo la rivoluzione bolscevica, nel 1924 il Turkmenistan diventò una repubblica sovietica autonoma e nel 1925 una repubblica federata all’Unione Sovietica. Proclamata la propria indipendenza nel 1991 dopo il crollo dell’URSS, entrò a far parte della Comunità degli Stati Indipendenti. Dal 1990 al 2006 ne fu presidente Saparmurad Niyazov, il cui governo dittatoriale non riuscì, nonostante la presenza di importanti giacimenti di gas naturale, né a rilanciare l’economia, né a migliorare le condizioni di vita della popolazione.

Alla sua morte, nel 2006, gli succedette Gurbanguly Berdymukhammedov, poi riconfermato alla presidenza nelle prime elezioni libere dell’anno successivo. La sua azione di governo si concentrò essenzialmente nell’opera di progressivo smantellamento della struttura dittatoriale ereditata dal predecessore a favore di una moderata liberalizzazione del sistema politico, che fu sancita nel 2008 con la promulgazione di una nuova costituzione e con l’introduzione del multipartitismo. In occasione delle elezioni presidenziali del febbraio 2012 Berdymukhammedov fu riconfermato nel suo incaricato, nonostante le numerose irregolarità.