Turgot, Anne Robert Jacques

(Parigi 1727, † ivi 1781). Uomo politico ed economista francese. Entrato nella pubblica amministrazione nel 1751, dopo aver abbandonato la carriera ecclesiastica, frequentò l’ambiente dei philosophes stringendo rapporti soprattutto con J.-C. de Gournay, F. Quesnay e la scuola fisiocratica (fisiocrazia). Sostituto procuratore generale del Parlamento di Parigi nel 1752, pubblicò le Lettere sulla tolleranza (1754) e collaborò all’Encyclopédie. Dal 1761 al 1774 fu intendente di Limoges: in questo periodo iniziò ad applicare alcune riforme improntate allo spirito dei fisiocratici e scrisse opere di carattere economico, fra cui le Lettere sulla libertà di commercio dei grani (1770) e le Riflessioni sulla formazione e la distribuzione delle ricchezze (1766). Dal 1774, dopo l’ascesa al trono di Luigi XVI, divenne segretario di Stato alla marina e Controllore generale delle Finanze: intraprese allora una vasta opera di riforma economica per risanare il bilancio dello stato soprattutto attraverso la riduzione delle spese di corte, una riforma fiscale che introducesse un’imposta su tutte le proprietà in base alla loro consistenza e la liberalizzazione degli scambi. Nel settembre 1774 ristabilì quindi la libera circolazione dei grani e delle farine, l’anno successivo quella del vino, degli oli e del bestiame. Fece sedare con fermezza i tumulti scoppiati in seguito al rialzo dei prezzi (dovuto agli scarsi raccolti del 1775 e fomentati dagli stessi speculatori). Sempre nel 1775 pubblicò una Memoria sulla tolleranza, in cui difendeva la libertà di culto, e fece comporre da Dupont de Nemours una Memoria sulle municipalità, in cui si prospettava una riforma dell’amministrazione locale che favorisse la partecipazione di tutti i proprietari. Consapevole della grave crisi in cui versava il sistema assolutistico e della necessità di porvi rimedio attraverso drastici interventi, nel gennaio 1776 presentò al Parlamento di Parigi, per la loro registrazione, sei editti, i più importanti dei quali prevedevano la soppressione delle corporazioni e l’abolizione delle corvée (sostituite da una tassa sulle proprietà) dovute dai contadini al sovrano. Il suo piano di riforme gli attirò tuttavia l’ostilità dell’aristocrazia, del Parlamento di Parigi e della chiesa. Il 12 maggio 1776 fu licenziato da Luigi XVI e si ritirò a vita privata dedicandosi agli studi economici.