Turati, Filippo

(Canzo, Como, 1857, † Parigi 1932). Uomo politico italiano. Di formazione democratica e positivistica, si avvicinò al socialismo e al marxismo negli anni Ottanta, tra l’altro attraverso Anna Kuliscioff. Nel 1891 avviò la pubblicazione di “Critica sociale”, la più importante rivista del socialismo italiano, e nel 1892 fu tra i fondatori del Partito dei lavoratori italiani, poi Partito socialista. Eletto deputato nel 1896, fu per anni il leader indiscusso della corrente riformista dell’intero partito e fautore dell’intesa tra socialisti e forze democratiche, in una fiduciosa ottica evoluzionistica di un pacifico sviluppo delle forze produttive, delle istituzioni politiche e dei rapporti sociali. A tal fine ritenne di vedere un possibile interlocutore in Giolitti, considerato l’esponente dei settori più aperti e dinamici della borghesia. Convinto antimilitarista, si oppose alla guerra di Libia e all’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Nel 1919-22 si oppose tanto al massimalismo socialista e al comunismo quanto al sovversivismo fascista in nome della democrazia. Isolato e in netta minoranza nel PSI, ne fu espulso dai massimalisti (1922) e fondò con Matteotti e Treves il Partito socialista unitario (1922). Deciso oppositore del fascismo, fu tra i promotori dell’Aventino (1924). Nel 1926 riparò in Francia, dove continuò la lotta al regime e denunciò il pericolo di una diffusione internazionale del fascismo. Fu il maggiore artefice della Concentrazione antifascista (1927).