Trade Unions

Prima espressione del moderno sindacalismo, le Trade Unions (unioni di mestiere) sorsero in Inghilterra nella seconda metà del Settecento tra gli operai lanieri e i tessitori. Agli inizi dell’Ottocento si formarono le prime unioni permanenti; nel 1824 una legge autorizzò le coalizioni operaie sorte per motivi riguardanti salari e orari di lavoro, e tra il 1829 e il 1832 sorsero le prime unioni nazionali (filatori e costruttori). Dopo che la riforma elettorale del 1832 negò il diritto di voto agli operai, le Trade Unions entrarono direttamente in politica, e fino al 1848 furono associate al cartismo. Dopo il 1850 presero nuovo slancio con la creazione di sindacati dei meccanici, carpentieri, minatori e tessili, e nel 1871 ebbero riconoscimento legale. A partire dal 1880 si diffuse un “nuovo sindacalismo” basato su sindacati industriali e non di mestiere come il precedente, e con forti tendenze socialiste. Questa nuova tendenza alla politicizzazione, insieme alla resistenza degli imprenditori, indusse nel 1902 le Trade Unions a dedicarsi all’azione politica per meglio difendere gli interessi operai. Si giunse così nel 1906 alla fondazione del Partito laburista, che da allora ha condiviso le alterne fortune del tradeunionismo, del quale costituisce l’espressione politica.