tolleranza

Il problema della tolleranza si è storicamente legato per molti secoli alla posizione delle minoranze religiose dentro i confini di stati o comunità politiche in varia misura e a vario titolo confessionali. A partire dal XVIII-XIX secolo, e in relazione al compimento dei processi di secolarizzazione delle diverse sfere dell’attività umana, il tema della tolleranza ha progressivamente assunto una dimensione laica, intrecciandosi strettamente con la riflessione sul valore e il significato del pluralismo. La questione della tolleranza si pose nel momento in cui emersero le grandi religioni universalistiche. Nel mondo del politeismo la compresenza tra forme rituali e credenze religiose diverse era comunemente accettata. L’affermazione della religione cristiana nell’impero romano portò prima alla concessione della tolleranza sotto Costantino (editto di Milano, 313), poi al suo riconoscimento come unica religione ufficiale. La tolleranza fu da allora la tolleranza che lo stato, fattosi cristiano, concedeva o rifiutava ad altre religioni o a interpretazioni del cristianesimo ritenute eterodosse. Nel Cinquecento, quando si ruppe l’unità religiosa europea, le tematiche legate alla tolleranza emersero per opera delle correnti minoritarie della Riforma protestante, che condannarono le persecuzioni religiose ed esaltarono la ricerca di una religione semplice, indifferente ai dogmi, e per opera della riflessione dei libertini, che reclamarono i diritti della coscienza nella ricerca religiosa. La tolleranza ebbe comunque difficoltà a diventare parte della cultura europea e della legislazione, ancora profondamente segnate dallo spirito confessionale. All’inizio del Settecento l’Inghilterra protestante, in seguito alle due rivoluzioni seicentesche, offrì il primo esempio duraturo di convivenza tra sette e confessioni tollerate, sia pur in modi diversi, dalla chiesa dominante e dallo stato. La Lettera sulla tolleranza di Locke (1689) ebbe vasta eco europea e la tolleranza divenne un principio fondamentale dell’Illuminismo affermato, tra gli altri, da Bayle, Voltaire e Lessing. Introdotta nella legislazione rivoluzionaria americana e francese alla fine del Settecento, la tolleranza divenne poi uno dei concetti fondamentali della cultura del liberalismo ottocentesco finendo per identificarsi con l’intero ambito della libertà di coscienza, diritto fondamentale dell’uomo.