Tocqueville, Charles Alexis Henri Maurice Clérel de

(Verneuil, Parigi, 1805, † Cannes 1859). Storico, pensatore e uomo politico francese. Discendente da un’antichissima famiglia aristocratica franco-normanna legittimista scampata al Terrore rivoluzionario, compì studi di diritto e nel 1827 entrò in magistratura come giudice uditore nel tribunale di Versailles. Dopo la rivoluzione del luglio 1830 riconobbe la monarchia orleanista. Nel 1831-32 effettuò con l’amico magistrato G. De Beaumont un lungo viaggio negli Stati Uniti d’America, formalmente per un’indagine sul sistema penitenziario locale, in realtà per studiare da vicino il sistema politico democratico americano. Ne nacque l’opera che lo rese universalmente famoso (facendogli ottenere, giovanissimo, l’ingresso nell’Académie française): La democrazia in America (1835-40). Nel 1839 s’avviò alla carriera politica e fu eletto deputato. Accettò la rivoluzione repubblicana del 1848, fece parte dell’Assemblea costituente e, nel 1849, dell’Assemblea nazionale. Fu ministro degli Esteri nel governo di O. Barrot dal giugno all’ottobre dello stesso anno. Contrastò i tentativi autoritari di Luigi Bonaparte e il 2 dicembre 1851 fu arrestato a seguito del colpo di stato che sancì la definitiva presa del potere del futuro Napoleone III. Liberato, si ritirò a vita privata, attendendo agli studi storico-sociali che lo condussero nel 1856 alla pubblicazione del primo volume dell’altra sua grande opera, rimasta incompiuta, L’antico regime e la rivoluzione. Il risultato più importante dell’opera tocquevilliana è la tesi del progresso inarrestabile e irreversibile della democrazia nel mondo contemporaneo. Intesa per un verso come forma di governo e per un altro verso soprattutto come “eguaglianza delle condizioni”, essa era a suo giudizio destinata a soppiantare progressivamente ogni residuo delle tradizionali società aristocratiche di antico regime. Da questo punto di vista, la democrazia americana, favorita nel suo sviluppo precoce dall’assenza di ereditate diseguaglianze di ceto, costituiva un’immagine possibile del futuro dell’Europa. Dell’egualitarismo democratico Tocqueville vide non solo i pregi ma anche i difetti: il livellamento sociale, l’atomismo e l’individualismo estremi uniti al conformismo massificato e alla tirannide della maggioranza. Tutti fenomeni che avrebbero potuto condurre a nuove forme di centralizzazione dispotica del potere, di asservimento delle masse a nuove aristocrazie industriali non meno dure ed esigenti di quelle nobiliari tradizionali e, più in generale, a una progressiva riduzione degli spazi della libertà individuale (liberalismo). Di qui l’elencazione dei possibili antidoti e rimedi: la costituzione federale a garanzia dell’efficienza del governo ma anche dell’autonomia locale; l’associazionismo culturale e politico di base, così vivace nella società americana; la libertà di stampa; il ruolo aggregante a livello sociale della religione.