Terzo Mondo e terzomondismo

Il concetto di “Terzo Mondo” è strettamente correlato, nel Novecento, a due processi storici epocali: da un lato l’affermarsi dei movimenti di decolonizzazione, dall’altro il consolidarsi, all’indomani della seconda guerra mondiale e tramite la guerra fredda, di una rigida contrapposizione tra Occidente capitalista e Oriente comunista, con la conseguente formazione dei due grandi blocchi gravitanti attorno agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica. La nozione di “Terzo Mondo” – composto dalle nazioni nuove sorte dalla decolonizzazione in Africa, Asia e, in parte minore, in America Latina, scarsamente o per nulla sviluppate sotto il profilo economico capitalistico, ma dotate, in contrasto con quello che viene definito Quarto Mondo che ne è privo, di materie prime e risorse energetiche, come il petrolio – nacque dalla volontà di tale gruppo di paesi di non schierarsi con nessuno dei due blocchi. Affermando di non essere omologabili a nessuno dei due blocchi, essi proposero piuttosto l’opportunità di una impostazione più problematica della politica mondiale, che privilegiasse la soluzione delle grandi questioni attinenti l’asse Nord-Sud (intendendosi con Nord l’area dei paesi “ricchi” e “sviluppati”, con Sud quella dei paesi “poveri” e “sottosviluppati”). Momenti particolarmente rilevanti per la formazione di uno schieramento terzomondista furono le Conferenze di Bandung (1955), di Belgrado (1961) e di Algeri (1973). Negli anni Settanta le delegazioni dei paesi del “Terzo Mondo” divennero numericamente maggioritarie all’ONU. Il termine “terzomondismo” definisce sia genericamente l’ambito dei problemi riguardanti il “Terzo Mondo”, sia più specificamente l’insieme delle linee e delle dottrine politiche finalizzate alla loro risoluzione. Una delle categorie politiche portanti del “terzomondismo” fu il neutralismo dei paesi non allineati. Ma altre ideologie – che esaltavano il riscatto antirazzista della négritude, l’emancipazione dal neocolonialismo e contestualmente dallo sfruttamento globale del sistema capitalista – si svilupparono da esso in collegamento col radicalismo democratico, cristiano e socialcomunista esistente sia nell’Occidente capitalista sia nell’Oriente comunista. Negli anni Sessanta e Settanta il “terzomondismo” esercitò grande influenza non solo tra le masse dei paesi arretrati, ma anche tra quelle giovanili delle società opulente del Nord, sensibilizzate dal messaggio antimperialistico proveniente dalle periferie rivoluzionarie del mondo. Nei primi anni Duemila, in concomitanza col riemergere della polemica contro il neocapitalismo e il neocolonialismo statunitense, alle posizioni del terzomodismo si sono ripetutamente richiamati sia il movimento no-global, sia i gruppi della sinistra alternativa europea e sudamericana.