tassi demografici

  1. Definizione
  2. Il tasso di mortalità
  3. Il tasso di natalità
  4. Il tasso di fecondità
  5. Il tasso di nuzialità
  6. Il tasso di mortalità infantile
1. Definizione

Per tasso (o quoziente) demografico si intende il rapporto tra un evento accaduto durante un certo periodo di tempo in una popolazione e la popolazione media di quel periodo, oppure il rapporto, a una certa data, tra il numero di soggetti di una sottopopolazione e l’intera popolazione di cui questi fanno parte. Convenzionalmente, per “popolazione media” si intende la semisomma dei valori di numerosità che la popolazione aveva all’inizio e alla fine del periodo. Il primo è il tasso o quoziente classico, quello al quale si fa comunemente riferimento; gli eventi osservati sono generalmente le nascite, le morti, i matrimoni, i divorzi, le immigrazioni, le emigrazioni, ecc. e i tassi sono definiti di natalità, di mortalità, di nuzialità, di divorzialità, ecc. Il secondo è inteso come un rapporto, sovente riferito a un’età o a una classe di età, tra i soggetti portatori di un determinato carattere (ad esempio i celibi) e l’insieme della popolazione cui questi appartengono. Il periodo di osservazione è di solito un anno e i tassi si dicono quindi annui. Intervalli più brevi sono sconsigliabili, onde evitare innanzitutto l’influenza di fattori accidentali su cifre necessariamente più esigue di quelle annuali e anche il possibile effetto che variazioni stagionali possono avere sui tassi medesimi. Quando i valori a disposizione sono riferiti a periodi inferiori all’anno, è necessario adattare il calcolo per ottenere il tasso annuale. La dimensione annuale è automaticamente ottenuta quando si rapporta il numero degli eventi di un periodo al numero delle “persone-anno” corrispondenti al periodo stesso; tuttavia, non vi è una grande differenza tra il risultato dell’applicazione di questo procedimento rigoroso e quello che si ottiene utilizzando il concetto di popolazione media, essendo quest’ultima una buona stima del numero di persone-anno riferite al periodo di un anno. Il concetto di persone-anno si riferisce al numero totale di anni vissuti nella popolazione in oggetto dagli individui che comunque ne abbiano fatto parte durante l’anno considerato. I tassi (o quozienti) istituiti in tal modo vengono generalmente ragguagliati a 1000 (o 10.000 o 100.000); esprimono, pertanto, il numero di eventi per ogni 1000 (o 10.000 o 100.000) abitanti e forniscono una misura dell’intensità indipendente dall’ammontare della popolazione. I più noti e usati sono i tassi definiti “generici” o “grezzi”, ossia quelli che non tengono conto della struttura della popolazione. Quando invece si utilizzano eventi riferiti a segmenti particolari (sesso, età, stato civile, ecc.) si ottengono tassi definiti “specifici”. L’analisi demografica fa uso di molteplici tassi. I più correnti sono quelli di: mortalità, natimortalità, mortalità infantile, mortalità ante e neonatale, morbilità, natalità, abortività, fecondità, fecondità totale, lordo e netto di riproduzione, nuzialità, divorzialità, celibato e celibato definitivo, immigrazione, emigrazione, mobilità interna, mascolinità, crescita, attività, ricambio. Nell’impossibilità di una trattazione esaustiva di tutti i tassi demografici, indichiamo di seguito solo i più significativi.

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2. Il tasso di mortalità

È il rapporto tra il numero dei decessi avvenuti in un anno e la popolazione media dell’anno stesso (o persone-anno), ragguagliato a 1000. Il tasso di mortalità è influenzato dalla struttura per età della popolazione. A parità di condizioni, quanto più sarà numerosa la parte anziana, tanto più sarà elevato il valore del tasso. L’indice poco si presta a comparazioni tra paesi diversi quando si vuole osservare il differente grado di mortalità. Per uno stesso paese e per un limitato periodo di tempo, il valore del tasso, invece, ha una maggiore validità.

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3. Il tasso di natalità

È il rapporto tra i nati vivi in un anno e la popolazione media dell’anno stesso (o persone-anno), ragguagliato a 1000. Anche il tasso di natalità è influenzato dalla struttura per età della popolazione, ma in maniera meno evidente rispetto al tasso di mortalità, essendo abbastanza uniforme sul totale della popolazione il peso relativo delle donne in età riproduttiva, anche in popolazioni differenti. Assume una grande importanza la quota relativa delle donne coniugate rispetto al complesso della popolazione femminile in età atta alla procreazione, in quanto ciò rappresenta il fattore di differenziazione tra la fecondità legittima e quella naturale.

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4. Il tasso di fecondità

È il rapporto tra i nati vivi in un anno e la popolazione media femminile (o persone-anno) in età presunta feconda (15-49 anni), ragguagliato a 1000. Dalla somma dei tassi specifici di fecondità per età si ottiene il numero di figli messi al mondo in un anno da 1000 donne (numero medio di figli per donna o discendenza media).

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5. Il tasso di nuzialità

È il rapporto tra il numero dei matrimoni celebrati in un anno e la popolazione media dell’anno stesso (o persone-anno). Il rapporto può essere istituito anche sulla sola popolazione matrimoniabile, differenziata per stato civile, per età, per sesso o per varie combinazioni.

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6. Il tasso di mortalità infantile

È il rapporto tra il numero dei decessi di bambini di età inferiore a un anno, registrati in un anno di calendario e il numero di nati vivi nell’anno stesso, ragguagliato a 1000. È evidente l’incongruenza di questa misura, nella quale non esiste corrispondenza completa tra i due elementi della frazione. Per ottenere il vero tasso di mortalità infantile vengono suggeriti differenti metodi, tra i quali il calcolo della probabilità di morte all’età di zero anni. [Mauro Reginato]

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