Tacito, Cornelio

(54 o 55, † 120 circa). Storico e uomo politico romano. Fatto senatore da Vespasiano, divenne successivamente tribuno militare, questore, tribuno della plebe o forse edile, pretore, probabilmente proconsole, console suffectus, governatore d’Asia. La sua fama è legata alle sue grandi opere storiche. Nel 97-98 scrisse l’Agricola, in cui si narrava in termini encomiastici la vita dell’uomo politico e comandante militare Gneo Giulio Agricola, di cui nel 78 egli aveva sposato la figlia. Del 98 è il saggio De origine et situ Germanorum, generalmente noto come Germania, un breve saggio dove si descrivono i liberi costumi delle tribù germaniche in contrapposizione alla corruzione romana. Non del tutto certa è la sua paternità del Dialogus de oratoribus, databile intorno al 101, dedicato all’analisi dell’esercizio dell’eloquenza e dei fattori che, come la libertà, ne rendono possibile il fiorire e di quelli che, come la servitù, ne determinano invece il declino. Le opere più importanti, documento di una eccezionale potenza stilistica e di un alto moralismo politico, sono le Historiae e gli Annales. Delle prime, che trattavano della storia di Roma durante i Flavi giungendo a Domiziano e che vennero pubblicate nel 110-11, si conservano i primi quattro libri e parte del quinto, che riguardano il regno di Galba e gli inizi di quello di Vespasiano (68-70 d.C.). Evidente in esse l’intento di celebrare i valori della libertà e di stigmatizzare anche moralmente le miserie della tirannide. Gli Annales, comprendenti il periodo dal 14 al 66 d.C., furono pubblicati presumibilmente dopo il 117 in 16 o 18 libri, di cui sono rimasti i primi quattro, parte del quinto, del sesto, dell’undicesimo, i libri dal dodicesimo al quindicesimo, parte del sedicesimo, relativi al regno di Tiberio, all’ultimo periodo di quello di Claudio e agli inizi di quello di Nerone. Il tema centrale è sempre quello dei rapporti tra la libertà, simbolizzata da un senato non all’altezza dei suoi compiti e dei suoi doveri pubblici, e il potere imperiale, strumento divenuto indispensabile per il governo di un immenso impero ma soggetto a pericolose degenerazioni quale quella incarnata anzitutto dal nefasto Tiberio.