storia sociale

In senso stretto indica le forme di ricerca storica che si propongono di ricostruire nella sua complessità e totalità l’insieme dei rapporti politici, economici, giuridici e culturali che costituiscono una determinata società. In senso più generale indica l’interesse preminente degli storici per l’analisi e la descrizione, spesso rivolta a un vasto pubblico, di specifici gruppi umani: in quest’accezione la storia sociale si contrappone, talvolta con un’ispirazione vagamente populista, come “storia dal basso”, ad approcci come la storia intellettuale o la storia politica, considerate storie “di vertice”. La storia sociale propriamente detta assume impostazioni diverse a seconda del rapporto che si è instaurato tra le scienze sociali sviluppatesi con forza nel corso dell’Ottocento e le forme tradizionali di storiografia. In Francia la storia sociale è legata alle proposte metodologiche di Henri Berr e di Marc Bloch, fondate sull’assorbimento, all’interno della pratica storica, della geografia umana, dell’economia, della psicologia, dell’antropologia e della sociologia. La rivista nella quale si perseguì esemplarmente questa idea di storia sociale come sintesi delle conoscenze sul passato portava originariamente nel titolo il concetto di storia sociale (“Annales d’histoire économique et sociale”), che scomparve nel 1946. In Germania la Sozialgeschichte ebbe nel secondo dopoguerra l’ambizione di elaborare una visione della storia che si allontanava decisamente dallo storicismo e intendeva ricostruire le strutture della società concependole come le condizioni all’interno delle quali si svolgono le vicende storiche. La storia sociale tedesca ha fatto ampio ricorso all’apparato concettuale e teorico, sociologico e politologico, alle cui origini si situa Max Weber. In particolare nella storia sociale francese e tedesca, di più consapevoli ambizioni metodologiche rispetto alla social history angloamericana, è variabile il peso che gli storici attribuiscono all’esercizio del potere attraverso le istituzioni politiche. Nel dibattito contemporaneo si esclude anche la definizione di G.M. Trevelyan, secondo la quale la storia sociale è “la storia a esclusione della politica”.