Armenia

Stato attuale dell’Asia sudoccidentale e regione storico-geografica suddivisa fra l’attuale Armenia, la Turchia, l’Iran, la Georgia e l'Azerbaigian.

  1. Dalle origini all'indipendenza
  2. L'Armenia indipendente
1. Dalle origini all'indipendenza

Chiamata Subartu sin dal XVI secolo a.C., sede del regno di Urartu (IX-VIII secolo), la regione fu occupata dagli armeni nel VII secolo a.C.


Conquistata dai persiani achemenidi nel 521 a.C., fece poi parte dell’impero di Alessandro Magno e fu in seguito sottomessa ai Seleucidi.


Nel I secolo a.C. vi si formò il regno di Tigrane che fu piegato, nel 69 a.C., dai romani che si annessero il territorio a occidente dell’Eufrate (Armenia minor) e che contesero nei secoli successivi ai parti il controllo del resto della regione.


Nel 117 si ricostituì un regno di Armenia che adottò il cristianesimo come religione di stato (305). Inglobata nell’impero romano d’oriente da Giustiniano I, fu conquistata dagli arabi (metà del VII secolo) i quali ne fecero un regno autonomo che raggiunse la piena fioritura con la dinastia dei Bagratidi (885-1045). Nel 1473, dopo secoli di invasioni e instabilità politica, la regione fu occupata dagli ottomani.


Fra XVII e XVIII secolo fu suddivisa fra Turchia e Persia; nel 1828 la parte persiana passò alla Russia. La zona turca fu teatro di feroci repressioni della popolazione armena, culminate con gli stermini degli anni 1894-1918. In seguito al collasso dell’impero zarista, nel 1918 venne creata un’effimera repubblica armena, ma la regione divenne oggetto delle opposte mire di Turchia, Russia e Gran Bretagna. Occupata dai bolscevichi, nel 1920 divenne una repubblica sovietica, nel 1922 con la Georgia e l’Azerbaigian parte della repubblica sovietica della Transcaucasia e nel 1936 repubblica sovietica autonoma.


La dissoluzione dell’URSS al principio degli anni Novanta fece esplodere la tensione con l’Azerbaigian musulmano per la volontà dell’Armenia di inglobare la provincia del Nagorno-Karabah, abitata in prevalenza da armeni cristiani. Ne seguì un aspro conflitto armato, trascinatosi per quasi un decennio.

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2. L'Armenia indipendente

Nel 1991 l’Armenia proclamò la sua indipendenza, eleggendo presidente il nazionalista Levon Ter Petrossian. Nel dicembre dello stesso anno il paese aderì alla Comunità degli Stati Indipendenti. Ter Petrossian fu rieletto nel 1996, ma, travolto dai dissensi sulla politica da seguire nel conflitto con l’Azerbaigian e da accuse di corruzione, si dimise nel 1998 e fu sostituito dal primo ministro Robert Kocharian.


Nel 1997 i due stati stabilirono un accordo in vista della concessione dell’autonomia al Nagorno-Karabah, ormai resosi di fatto indipendente dall’Azerbaigian. I nazionalisti, delusi dagli accordi con l’Azerbaigian, giunsero in seguito ad attaccare il parlamento e ad assassinare il primo ministro Vazgen Sargsyan (1999). Nel frattempo il presidente Kocharian intensificò i rapporti con i paesi occidentali e nel 2001 l’Armenia fu accolta nel Consiglio d’Europa. Kocharian fu rieletto per un secondo mandato nel 2003.


Nelle successive elezioni presidenziali del 2008 si impose il primo ministro Serzh Sargsyan, leader del conservatore Partito repubblicano armeno (HHK), che nello stesso anno sottoscrisse un primo accordo col presidente azero Ilham Aliyev, in vista di una soluzione pacifica del conflitto con il Nagorno-Karabah, e un secondo accordo con la Turchia, in vista della normalizzazione dei rapporti diplomatici tra i due paesi. L’accordo con l’Azerbaigian restò tuttavia lettera morta e già nel 2012 la tensione tra i due paesi tornò a salire. Nel 2013 Sargsyan fu rieletto per un secondo mandato consecutivo.

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