Socini, Lelio

(Siena 1525, † Zurigo 1562). Riformatore italiano. Con il nipote Fausto è il fondatore del “socinianesimo” (oggi più noto come “unitarianesimo” e presente soprattutto negli Stati Uniti), che è una forma di cristianesimo critico, “liberale” ante litteram, di cui il rifiuto del dogma della Trinità fu un tratto distintivo e uno dei maggiori motivi di conflitto con le ortodossie confessionali sia cattolica che protestante. L’intento di fondo del cristianesimo sociniano fu positivo e costruttivo, non demolitore: la critica (radicale) dei dogmi non era fine a se stessa ma tendeva a liberare nel cristianesimo il nucleo etico fondamentale dal suo involucro dogmatico che rischiava di soffocarlo. Come il nipote Fausto, Lelio Socini pagò con l’esilio e un’esistenza raminga per l’Europa (soprattutto protestante) la sua critica del cristianesimo tradizionale e la sua proposta di un cristianesimo etico e razionale, saldamente ancorato alle parole e alla figura storica di Gesù di Nazareth, considerato modello assoluto di umanità. Divenuto celebre (e a molti sospetto) per la sua curiositas, per l’esigenza cioè di saggiare razionalmente la coerenza e la consistenza delle affermazioni di fede anche rispetto alla stessa Sacra Scrittura, Lelio s’impose a tutti, riformatori compresi, per levatura morale, rigore intellettuale, passione teologica e acume critico. Con i riformatori (Melantone, Calvino e altri) intrattenne rapporti personali e un fitto carteggio. Tra le sue opere ricordiamo la Confessione di fede, il vasto Epistolario e la Breve spiegazione del 1° capitolo di Giovanni.