Slovenia

Stato attuale dell’Europa meridionale. Abitata da tribù illiriche e celtiche, la regione nel I secolo a.C. diventò parte della provincia romana della Pannonia e del Norico. Nel VI secolo d.C. venne popolata da slavi del sud, che nel secolo successivo costituirono il regno di Samo. Tra l’VIII e il X secolo fu sotto il controllo degli avari, dei franchi e dei magiari. Nel 1278 la Carinzia e la Carniola e nel 1374 l’Istria entrarono a far parte dei possedimenti degli Asburgo. Con l’eccezione del periodo napoleonico tra il 1809 e il 1814, quando fu inglobata nelle Province illiriche, la Slovenia fece parte dell’impero asburgico fino al suo crollo all’indomani della prima guerra mondiale. Nel 1918 la Slovenia entrò a far parte del regno di Serbia, Croazia e Slovenia, trasformatosi nel 1929 in regno di Iugoslavia. Soggetta a spartizione tra Germania, Italia e Ungheria nel 1941, la Slovenia, ingranditasi con l’acquisto di parte della Venezia Giulia, diventò nel 1946 una delle sei repubbliche che costituirono la repubblica federale iugoslava guidata dal leader comunista Tito. Nel quadro della dissoluzione della Federazione iugoslava e del regime comunista, nel 1990 la Slovenia, che era stata la regione economicamente più sviluppata della federazione, intraprese la strada verso l’indipendenza, formalmente proclamata nel giugno del 1991. L’anno successivo Milan Kucan divenne presidente. Alle elezioni del 1996 due coalizioni si divisero a metà i seggi in Parlamento, creando una situazione di incertezza, sciolta con il varo di un governo presieduto dal leader del Partito liberaldemocratico Janos Drnovšek. La coalizione di governo guidata dai liberaldemocratici fu riconfermata alle elezioni del 2000. Sotto la guida di Drnovšek, che ricoprì l’incarico di primo ministro dal 1992 al 2002, il paese strinse intensi rapporti con l’Europa occidentale e godette di una forte stabilità interna. Nel 1997 Kucan fu rieletto alla presidenza per essere poi sostituito nel 2002 dallo stesso Drnovšek. Nonostante alcune tensioni per questioni territoriali con la Croazia, nel 2004 la Slovenia entrò a far parte della NATO e dell’EU e nel 2007 adottò l’euro. Nelle elezioni del 2008 la coalizione guidata dai socialdemocratici vinse di margine le elezioni parlamentari e Borut Pahor divenne il nuovo primo ministro. Il governo di quest’ultimo fu tuttavia di breve durata, perché, in opposizione alla sua proposta di riforma pensionistica, alcuni membri della sua coalizione ritirarono il loro sostegno.
Nelle successive elezioni anticipate del dicembre 2011 si affermò un nuovo partito di centro-sinistra, Slovenia positiva, guidato dal sindaco di Lubiana Zoran Jankovic, che entrò a far parte di un governo di centro-destra guidato da Janez Jansa del Partito democratico sloveno. A causa dell’introduzione di drastiche misure di riduzione della spesa pubblica e dello scoppio di alcuni scandali politici, nel 2012 il governo Jansa andò incontro a una progressiva erosione dei propri consensi. Nel febbraio dell’anno successivo Jansa fu quindi sostituito da Alenka Bratusek di Slovenia positiva, che divenne così la prima donna slovena ad assumere l’incarico di premier.