Ariberto da Intimiano

(970 circa, † Milano 1045). Vescovo di Milano dal 1018 al 1045. Proveniente dal ceto dei capitanei, in buoni rapporti con l’imperatore Enrico II, fu per qualche anno tra le persone più potenti d’Italia, con il controllo di una ventina di vescovati e il diritto di incoronare i re d’Italia. La sua posizione vacillò quando a Milano esplose la rivolta della piccola nobiltà dei valvassori e dei militi contro i capitanei, che furono sconfitti a Campomalo (1036). L’imperatore Corrado II, per ridurre l’eccessivo potere di Ariberto, considerato il capo della nobiltà maggiore, appoggiò i valvassori, ai quali concesse l’eredità dei feudi (Constitutio de feudis, 1037). Nel 1042 una ribellione antinobiliare del popolo milanese, guidata da Lanzone, costrinse Ariberto a un periodo di esilio. Al termine di entrambe le ribellioni, che trasformarono gli equilibri sociali milanesi, i diversi ceti sociali si riconciliarono intorno all’arcivescovo per una comune difesa dell’autonomia della città contro l’imperatore.