Scipione Emiliano, Publio Cornelio

(185 circa, † 129 a.C.). Generale e uomo politico romano. Secondogenito di Lucio Emilio Paolo, adottato da un figlio di Scipione Africano, si segnalò fin dalla giovinezza combattendo a Pidna e in Spagna nel 151. Tribuno militare (149-48) nella terza guerra punica, fu eletto al consolato nel 147. Determinato a distruggere Cartagine, assediò la città e la rase al suolo (146). Censore nel 142 e ambasciatore nei paesi del Mediterraneo orientale nel 140-39, nel 134 fu rieletto al consolato per risollevare le sorti della guerra di Numanzia. La città fu sconfitta e distrutta dalle fondamenta. Al suo ritorno a Roma si schierò contro le riforme agrarie di Tiberio Gracco, alienandosi il favore del popolo. Della sua morte fu sospettata, forse ingiustamente, la moglie Sempronia sorella dei Gracchi. Brillante uomo di lettere, filellenico (amico di Panezio e Polibio), grande condottiero, fu per un ventennio una figura di rilievo nella politica romana del tempo.