sciamanesimo

Secondo lo studioso europeo più autorevole del fenomeno, Mircea Eliade, lo sciamanesimo è una tecnica primitiva di estasi. Lo stato di trance, provocato volontariamente, si configura come un viaggio durante il quale lo sciamano ottiene conoscenze sui misteri della vita, consegue benefici da riversare sulla sua comunità, accompagna l’anima dei morti nell’aldilà. Lo sciamano, in quanto profeta-sacerdote, cade in trance durante lo svolgimento di danze rituali accompagnate dal suono ossessivo e prolungato di tamburi e campanelle, esce dal proprio corpo e si pone in contatto con la realtà ultramondana degli antenati defunti o degli spiriti della terra. Lo sciamano può tramutarsi in animale e possederne il linguaggio, rendersi invisibile e abbandonare temporaneamente il proprio corpo. Le capacità dello sciamano sono considerate innate e possono essere riconosciute dalla comunità grazie alla presenza di particolarità (un numero di dita o denti superiore al normale); gli sciamani godono di una posizione sociale isolata all’interno del gruppo e non partecipano di solito alla vita produttiva. Lo sciamanesimo è presente particolarmente in Siberia, Mongolia e nelle due Coree e negli indiani d’America; l’origine della parola è infatti da ricollegare alla religione dei tungusi, popolo siberiano (in quella lingua lo sciamano è colui che sa). Nella sua forma siberiana e mongolica lo sciamanesimo è collegato a una visione del mondo per cui l’universo è popolato di corpi celesti animati da esseri spirituali.