Schroeder, Gerhard

(Mossenberg 1944, viv.). Uomo politico tedesco. Dirigente dal 1986 del partito socialdemocratico tedesco (SPD), all’interno del quale rappresentò la linea moderata e migliorista, vincente su quella più ortodossa e radicale di Oskar Lafontaine, nel 1990 divenne il presidente della regione della Bassa Sassonia. Nel 1998, vincendo le elezioni federali, pose fine all’era Kohl e diventò cancelliere alla testa di un governo in coalizione con i verdi di Joschka Fischer. Il suo primo mandato fu caratterizzato da un forte impegno a favore dell’integrazione europea, della ricostruzione economica dell’ex Germania orientale e della riduzione della disoccupazione. Riconfermato alla guida del paese nel 2002, fu, insieme a Jacques Chirac e a Vladimir Putin, tra i capi di Stato europei che si opposero maggiormente all’uso della forza contro l’Iraq di Saddam Hussein. Nel 2003, a fronte del continuo peggioramento della situazione economica in Germania, lanciò un ampio programma di riforma e di riduzione della spesa pubblica (Agenda 2010), che scatenò la forte reazione dei sindacati. A fronte della crescente impopolarità della sua proposta, nel 2004 si dimise dalla presidenza del partito. Dopo la sconfitta subita dall’SPD nelle elezioni regionali del 2005, richiese al Presidente federale lo scioglimento anticipato del parlamento e la convocazione di nuove elezioni, che portarono alla formazione, sotto la guida di Angela Merkel, di una “grande coalizione” tra SPD e CDU. Contrario all’avvicinamento della SPD al partito postcomunista tedesco (PDS), negli anni successivi abbandonò la vita politica attiva.