Saluzzo, marchesato di

Se il primo documento riguardante Saluzzo come centro curtense fortificato risale al 1028, l’origine del marchesato si deve far risalire a Manfredo I († 1175), figlio di Bonifacio del Vasto, appartenente probabilmente al gruppo parentale degli Aleramici. Questi, con il titolo di marchese di Saluzzo almeno dopo il 1142, si costituì un vasto potere territoriale tra le Alpi, il Po e la Stura, ponendo la sua residenza a Saluzzo. Il marchesato raggiunse verso la fine del secolo XIII confini ben definiti geograficamente, incuneandosi nei possedimenti dei Savoia fino a Carmagnola. La posizione strategica del marchesato, posto tra le Alpi e la pianura piemontese, fu dannosa alla sua sicurezza. Da un lato era minacciato dalla Francia e, in particolare, dagli Angiò che, dalla Provenza e da Ventimiglia, avevano invaso parte del Piemonte. Dall’altro lato incombevano i Savoia, in fase di espansione nella pianura piemontese. In tale situazione i marchesi di Saluzzo non poterono fare altro che allearsi o contrapporsi alternativamente, secondo il momento contingente, ai due scomodi vicini, coinvolgendo nei loro vani tentativi di sostenere la propria indipendenza, sia la monarchia francese, sia i marchesi del Monferrato, sia i Visconti. Le conseguenze furono disastrose per il marchesato, che fu più volte devastato dal passaggio di truppe nemiche. Morto nel 1548 l’ultimo marchese, Gabriele, Saluzzo fu assoggettata dal re di Francia Enrico II, come legittimo erede dei “delfini” ai quali i marchesi avevano a più riprese prestato atto di vassallaggio. Il dominio francese durò incontrastato fino al 1588, quando Carlo Emanuele I di Savoia reagì con estrema durezza alla situazione: la guerra, condotta contro Enrico IV di Francia si concluse con la pace di Lione (1601), che sancì il definitivo passaggio del marchesato allo stato sabaudo, mentre alla Francia veniva ceduta una parte della Savoia.